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Phil Ivey legge Andrew Feldman come un libro aperto: il bluff in floating è inevitabile

Nel 2011 Full Tilt Poker organizzò una partita high stakes televisiva a Londra. I concorrenti erano alcuni dei più forti professionisti al mondo ma tra questi c'era anche un giovane poker player inglese che da tempo braggava su internet di essere il più forte al mondo: Andrew Feldman.

Conosciuto per il suo modo di fare spavaldo e arrogante, Feldman si era presentato durante il primo episodio con un orologio da decine di migliaia di dollari al polso in bella vista. Nonostante gli avversari di fama mondiale, aveva dimostrato fin da subito di essere certo di poterli battere tutti, piazzando rilanci a nastro e puntando forte su tutte le streets. Il suo piano funzionò finché non si trovò contro Phil Ivey: dimostrando ancora una volta di avere abilità fuori dalla norma, il Tiger Woods del poker fece passare a Feldman la mano migliore e la voglia di fare lo spaccone.

PHIL IVEY BLUFFA ANDREW FELDMAN

Sui blinds $300-$600 e ante di $100, Feldman apre il gioco a $2.000 con uno stack di circa $100.000. Phil Ivey è sul bottone con q 4 in mano e decide di prendere l'iniziativa piazzando una 3-bet a $7.000. Feldman chiama fuori posizione con una mano nettamente migliore, k q .

Il flop è 10 5 5 e ci sono $15.700 in mezzo. Feldman fa check e Ivey punta $11.000 senza pensarci più di tanto. Chi invece si prende qualche secondo per decidere il da farsi è proprio il suo avversario. Andrew fissa il board per evitare di incrociare lo sguardo di ghiaccio di Phil, e alla fine piazza il rilancio: mette in mezzo $28.500.

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Su un board del genere il Q-high di Phil Ivey non vale quasi nulla, ma il 10-volte campione del mondo è noto per avere una sensibilità straordinaria nel poker live. Continua a scrutare il giovane avversario e alla fine effettua il call in floating, con la chiara intenzione di bluffare sul turn ed eventualmente anche sul river.

Quando Ivey chiama, Feldman perde un po' di compostezza e per un secondo guarda il suo avversario. Per molti, questo comportamento è un segno di grande debolezza, che Phil ha sicuramente colto.

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Il turn è un 8 . Feldman agisce per primo, ma dopo pochi secondi decide di bussare. Ivey lo ha portato esattamente dove voleva, perché a questo punto sa di poter puntare e assicurarsi il piatto nella stragrande maggioranza dei casi.  Così succede: in mezzo ci sono $72.700 e al campione statunitense basta puntare $27.000.

Andrew passa la sua mano e fa una smorfia come per liberarsi dallo stress: giocare contro Phil Ivey è una vera e propria impresa, soprattutto fuori posizione. Una lezione importante che gli è costata un pot da $72.000.

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