T.J. Cloutier è uno dei pionieri del Texas Hold’em. Classe 1939, fa parte della cosiddetta ‘vecchia scuola’ di grandi professionisti del poker che hanno posto le basi per il boom degli anni 2.000. Un giocatore da oltre 10 milioni di dollari vinti in carriera, cifra non da poco se pensiamo che nel fiore dei suoi anni i tornei high roller erano praticamente inesistenti.
A proposito di tornei, Cloutier ha condiviso un ricordo molto particolare, legato ad una carta: il nove. Per “colpa” di un 9, infatti, T.J. ha perso circa 2 milioni di dollari in premi, ma la cosa pazzesca è che gli è successo per tre volte di fila!
La sconfitta contro Chris Ferguson
Nel Main Event WSOP 2000, T.J. Cloutier riesce ad arrivare al tavolo finale. Il field era abbastanza ridotto, visto che a pagare il buy-in di $10.000 sono solo 512 giocatori. Il boom del poker sarebbe scoppiato tre anni dopo, con l’ormai arcinota vittoria di Chris Moneymaker che avrebbe cambiato per sempre la storia del Texas Hold’em.
Ad ogni modo, in quel Main Event WSOP del 200 Roman Abinsay esce al 6° posto, seguito da James McManus e Hasan Habib. Steve Kaufman viene eliminato sul gradino più basso del podio, e a giocarsi il primo premio da 1,5 milioni di dollari, e il titolo di campione del mondo, rimangono in due.
Da una parte, come detto, una vecchia volpe come T.J. Cloutier; dall’altra un giocatore molto più giovane, con una folta barba ma ancora senza il distintivo cappello da cowboy. Quel giovane risponde al nome di Chris Ferguson.
AQ vs A9
Va detto che Chris comincia l’heads-up enorme, di 10 a 1. T.J. Cloutier ha però dalla sua una maggiore esperienza, e infatti riesce ad accorciare non di poco, fino alla mano decisiva.
Cloutier spilla A-Q e manda direttamente la vasca. Il suo avversario ci pensa, ma alla fine decide di chiamare con A-9. Il buon T.J. è nettamente favorito, ma un 9 al river fa esplodere di gioia il giovane Ferguson, che a 37 anni diventa campione del mondo.
T.J. Cloutier e i 9 indigesti
Nel torneo immediatamente successivo, T.J. Cloutier arriva nuovamente al tavolo finale. Ancora una volta riesce a portarsi fino all’heads-up e ancora una volta nell’all-in decisivo il suo avversario ha bisogno solo di un 9 per poter vincere: quel 9 si materializza inesorabile.
“Poi, nel Tournament of Champions, arrivo in heads-up contro Brian Saltus”, ricorda Cloutier. Si tratta del torneo da $2.000 giocato a luglio 2001 all’Orleans Hotel & Casino di Las Vegas, 402 partecipanti e un tavolo finale con protagonisti anche Scotty Nguyen, John Cernuto e Steve Zolotow.
“Lo avevo in pugno. Mancava solo il river e lui poteva vincere solo con un 9. Scese il 9 che gli fece chiudere una scala. Ho perso tre tornei di no limit-hold’em di fila con i miei avversari che avevano bisogno solo di una carta specifica.
Nei sei mesi successivi, avrò sentito storie di 200 bad beat, e in tutti quei piatti non so se arrivavamo a $2.000. A me quei tre 9 sono costati 2 milioni di dollari”.