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The Grinder, la storia di Michael Mizrachi - prima parte: come tutto ebbe inizio

Più o meno tutti saprete che Michael Mizrachi è il nuovo campione del Main Event WSOP 2025. Ma volete conoscere tutto di questo leggendario 44enne che è appena entrato nella Poker Hall Of Fame? Iniziamo a raccontare la storia di "The Grinder", partendo dagli albori.

I Mizrachi, una famiglia di gambler

Michael è il secondo di quattro figli nati da Ezra Mizrachi, ebreo iracheno trasferitosi negli Stati Uniti, e Susan Laufer. Nato a Miami, il futuro "The Grinder" cresce in una famiglia in cui il gioco era letteralmente di casa. Ezra e Susan erano entrambi appassionati gambler. Eric, il gemello di Michael, racconta che a casa si giocava a qualsiasi cosa. Susan è sempre stata una giocatrice di Gin Rummy: una volta i figli rivelarono le sue carte agli avversari e lei li rimandò in camera loro.

Robert sembrava quello più abile a cavarsela coi giochi e fu lui a introdurre in casa una roulette e una slot machine. "A volte, mio padre si svegliava nel cuore della notte per giocare a quella slot".

La passione per il football e le "stampelle del destino"

Oltre al gambling, una passione di casa Mizrachi era il football. "Nelle partite tra noi, io ero il quarterback e Mike il runningback", racconta il gemello Eric. Michael sognava di diventare un professionista della NFL, fino a circa 13 anni. "Giocavo a Football ed ero un discreto running back a scuola, ma durante un nostro match mia madre vide un ragazzo uscire in stampelle. Quindi la decisione fu "niente più football" e credo che la mia carriera di poker player sia come iniziata lì", ammette oggi Michael Mizrachi.

Il primo viaggio col fratello Rob e il "mistero delle 7 buste"

Da giovanissimo, Mike e il suo primo mentore, il fratello maggiore Robert, si misero in viaggio alla volta del Gila River Casinò in Arizona. Michael aveva al tempo 18 anni e Robert cercò di insegnargli una prima strategia di money management. "Gli dissi che aveva 1.000$ a disposizione per quella trasferta, ma glieli divisi in sette buste, una per ogni giorno. La sfida era quella di aprire una busta al giorno e giocare solo con quelli. In caso li avesse persi, avrebbe finito per quel giorno. In caso di vincita, avrebbe potuto tenere i soldi e aggiungere quelli della busta del giorno successivo". Una buona tecnica per un approccio disciplinato, direte voi.

Lo stesso Michael, in un'intervista di qualche anno fa a PokerGO, rivelò come era andata a finire. "Alla fine del primo giorno, Rob torna in camera e vede tutte e sette le buste aperte, senza più soldi..."

"Dopo quello, pensavo che fosse senza speranza", aggiunse Rob, mentre Mike rivela "se mi ricapitasse oggi, aprirei sempre tutte le 7 buste."

La crociera e il poker online: nasce "The Grinder"

Quando Michael Mizrachi aveva 18 anni, andò in crociera con Rob e fu lì che Mike giocò la sua prima partita di cash game. "Avevo 18 anni, nessuno pensò di controllare i documenti ma fu bello fare circa 200 dollari al giorno giocando a poker."

Così, la passione di Mike cresce e lui decide di provare il poker online. Avevo circa 15 anni quando iniziai a giocare su Planet Poker e Paradise Poker." In quell'occasione, dopo aver provato altri nickname come "michael_34", "the raker, "bigstack" e "mikemiz", decise di adottare quello che ne avrebbe accompagnato per tutta la carriera: "The Grinder".

N.B.: l'età a cui Michael Mizrachi iniziò a giocare a poker online era illegale e lo è anche oggi, negli USA come in Italia. Non provate a imitare questo comportamento, anche perché i controlli di oggi sono molto più intensi e più forti sono le sanzioni per le poker room che non vigilano.

La prima volta con Daniel Negreanu e il litigio in chat

Di quel primo periodo di Michael Mizrachi a poker online ha un ricordo anche un altro mito del poker mondiale, come Daniel Negreanu. "Lo battei in una mano abbastanza stupida, ma venni immediatamente aggredito in chat da tutti i suoi fratelli che mi insultavano!".

Michael Mizrachi, il disastro da dealer e il viaggio del destino

A 23 anni decide di lasciare il Community College dove studiava per diventare medico. "Decisi che la mia strada era un'altra, così inizialmente trovai lavoro da dealer al Seminole Casinò in Florida. A dire il vero non durai molto, venni licenziato e sul foglio di licenziamento non c'era abbastanza spazio per scrivere tutto quello che avevo sbagliato."

Prima di andare via, incontrò Lily, ragazza che a sua volta lavorava come dealer. Insieme decidono di prendere l'auto e partire alla volta del Foxwoods Casinò. Dalla Florida erano circa 22 ore di viaggio.

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"Arrivati lì, mi chiamano da casa preoccupati e io li rassicurai: "Tranquilla mà, sono a New York."", ricorda Mizrachi.

Michael e Lily si fermano un mese e lì arriva la svolta. "Non persi una singola sessione di cash game in 30 giorni e guadagnai qualcosa come 73.000$ giocando a Stud."

Quel profitto divenne il primo bankroll importante per la carriera di Michael Mizrachi e anche Lily era destinata a diventare una figura fondamentale, non solo come portafortuna ai tavoli…

Ma, di questo, parleremo nella prossima puntata della storia di Michael Mizrachi.

Leggi qui la seconda parte di The Grinder, la storia di Michael Mizrachi

Leggi qui la terza e ultima parte di The Grinder, la storia di Michael Mizrachi

Immagine di copertina: Michael Mizrachi (Jazmin Le & PokerNews)

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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