Finisce in maniera sfortunata il primo final table WSOP in carriera per Alex Longobardi, che ha battagliato per oltre 5 ore prima di cedere in sesta posizione. Al "doge" non hanno sorriso due showdown chiave, in cui si è trovato dalla parte sbagliata dei cooler.
La prima mano svolta è stata contro Craig McCorkell, che spinto allin per 250mila sull'apertura a 51000 dell'italiano, il quale ha dichiarato il call dopo una breve riflessione: AQ a quadri per Alex, AK neri per l'avversario, e board che non apre mai una reale speranza di suckout a favore del campano, che scende a circa 500mila.
Peccato, perchè prima di allora il "doge" si era mantenuto sopra average con un gioco accorto ma chirurgico, praticamente senza arrivare mai a showdown.
Con lo stack accorciato e i deep Esfandiari e Lane a catalizzare l'azione, la vita di Longobardi si è fatta progressivamente più difficile, fino al secondo cooler della serata: apre Antonio Esfandiari per 65000, Alex manda per 460mila circa ma subito dopo di lui Lane repusha a sua volta per oltre 1,3 milioni. Non finisce qui, perchè McCorkell entra a sua volta "in the tank", e riflette per lunghi mnuti prima di buttare le sue carte anche se non felicissimo di farlo. Dopo l'ovvio fold di Esfandiari si va allo showdown:
Longobardi a j
Lane a k
Anche qui il board è "pilatesco": 5 10 6 5 7 che significa sesto posto finale per Alex Longobardi, con un assegno da 63.988$ ad attenderlo.
I complimenti al "Doge" sono d'obbligo per questa fantastica prestazione, perchè arrivare fin qui è stato difficilissimo. Il tavolo di semifinale di ieri era tra i più difficili che si potessero immaginare, eppure il pro da Castellammare di Stabia li aveva messi tutti nel sacco. Stavolta si è fermato in sesta piazza, ma merita ugualmente l'applauso di tutta l'Italia del poker.