Probabilmente non troverete scritto in nessun libro che vale la pena giocare Q-7, nemmeno se sono suited. Tuttavia, un po’ come accade in altri aspetti del poker, con particolari situazioni di stack, avversari, posizione e pot-odds può essere conveniente entrare in azione anche con una tale starting hand, come ci dimostra Greg Raymer in una mano giocata al Main Event delle World Series of Poker 2009 tenutosi al Rio Hotel di Las Vegas.
Con bui 250/500 e un ante di 50, l’attore Jason Alexander rilancia di 1.600 da posizione di utg. Un avversario in middle-position decide di vedere e la parola arriva dunque a Raymer che, dal Big Blind, riceve q 7 .
Con uno stack piuttosto grande e con una chiamata da 1.100 su un piatto da 4.400, Greg decide di fare call con irresistibili pot odds di 4 a 1. “Il prezzo era buono per giocare” spiega il Team Pro di PokerStars. “Non era naturalmente uno spot dove potevo andare rotto se beccavo una Q o un 7 sul flop, ciò nonostante se magari centravo qualcosa di molto forte allora avrei potuto vincere un gran piatto.”
Il dealer distribuisce dunque le prime tre community card che sono a 5 2 e che danno a Raymer un ottimo second nut flush e la terza mano migliore dopo una scala colore. Greg decide di aggredire subito puntanto 2.500 chips.
“Era una bet che poteva incentivare un po’ di action e magari convincere qualcuno anche a rilanciarmi” continua “The Fossylman” – campione del mondo di poker alle WSOP del 2004. Ed è proprio Jason, infatti, a rilanciare fino a 6.000 ossia qualcosa di più di un min-raise. “Fino a quel momento lui non aveva giocato nessun piatto grande senza avere una mano adeguata, per cui ero abbastanza certo che avesse almeno il K di fiori per il nut flush draw.” Il terzo giocatore nel piatto decide di foldare e Raymer aggiunge dunque la differenza di chips. “Se aveva soltanto una top-pair, probabilmente sarebbe scappato se avessi rilanciato. Quindi non avevo altra scelta che fare call per cercare di vincere qualcosa in più.”
Sul turn arriva invece proprio il k e Raymer si ritrova quindi con il colore più alto possibile. “Visto che a quel punto ero certo che l’altro non potesse avere un flush migliore del mio, l’ipotesi più probabile era che avesse un set. Pertanto ho pensato di fare una puntata che rendesse la sua chiamata non corretta nell’ipotesi di voler inseguire un full-house.”
Raymer punta quindi 13.000 ma Alexander folda buttando le carte direttamente nel muck. “Contro un giocatore casuale ed in casi del genere, cioè quando si floppa il second nut flush draw, la mossa migliore da fare sia sempre quella di giocare la mano abbastanza velocemente. Contro invece un opponent che credete sia super-tight, il range di sue possibili combinazioni diventa così ristretto che si può agire anche in altro modo.”