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Chris Moorman e il rapporto tormentato con lo staking

Per festeggiare la personalissima 21° Triple Crown e per promuovere l'uscita del suo libro "Moorman's Book of Poker", Chris Moorman ha deciso di partecipare a un "Question&Answer" sul primo forum di poker a cui avesse mai scritto ormai quasi 10 anni fa, l'inglese blondepoker.com. Tra le tante domande dei fan, ce ne sono state diverse riguardanti lo staking e le sue risposte sono state decisamente inaspettate.

D'altronde siamo tutti abituati a conoscere il grinder inglese per i suoi incredibili risultati nei tornei online ma a quanto pare il suo intuito gli ha fatto ottenere diversi successi anche con lo staking. Ha infatti dichiarato di aver sponsorizzato James Dempsey quando vinse il WPT Five Diamond del 2011 per 821.612$Mohsin Charania per l'EPT Grand Final del 2012 che conquistò per 1.05 milioni di euro; Ryan Welch quando trionfò nell'evento #51 delle WSOP 2010 per 559.371$ e per finire Ty Reinman, stakato per il Main Event delle PCA che avrebbe poi concluso in 2° posizione per una moneta da 1.8 milioni di dollari. Solo in quest'ultimo caso Moorman dichiara di aver ottenuto un profitto netto di 1 milione di dollari.

Anche senza sapere le percentuali precise degli accordi con gli altri giocatori, ci si rende conto che il buon Chris deve aver vinto veramente tanto grazie allo staking, eppure non è così: come dichiara lui stesso, se si fosse fermato nel 2012 avrebbe un attivo enorme ma a stroncare il suo profitto mozzafiato ci hanno pensato le SCOOP e le WSOP di quell'anno, durante le quali sponsorizzò troppi giocatori senza ricavarne altro che un pesante passivo.

Ha vinto 10 milioni di dollari online ma anche live se la cava bene...

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Questi swing lo hanno provato talmente tanto da spingerlo a dire che, al giorno d'oggi, non raccomanderebbe lo staking a nessuno: "L'unico motivo per cui vale la pena farlo è l'eventuale divertimento che si prova sulle montagne russe emozionali che lo staking provoca. Io ormai sono troppo vecchio per tutto questo!"

Quindi nonostante l'ottimo profitto ottenuto nel corso degli anni, l'inglese vede in maniera negativa lo staking e analizza lucidamente i motivi del suo fallimento come staker: "Non riesco a dire di no. Dopo la vittoria di Reinman mi entrò un milione di dollari senza aver fatto nulla e all'epoca quei soldi li facevo in 4 anni, grindando 6 giorni su 7. Così feci l'errore di fare entrare troppi giocatori nella mia scuderia. Raggiunsi il picco di 30 players stakati e mi resi conto che i soldi che avevo non mi bastavano per tutti loro, visto che giocavano mtt high stakes. Invece di mandare via quelli più scarsi, ho preferito dargli fiducia e aspettare, per poi ritrovarmi a perdere cifre importanti".

In questo modo vengono anche ridimensionate le vincite, che sicuramente non saranno state così clamorose come si poteva credere in un primo momento. A questo si aggiungono anche le truffe che ha subito da alcuni suoi stakati: "Sono rimasto estremamente deluso da molti players che mi hanno fregato dopo il Black Friday (probabilmente si riferisce a chi, tornato in possesso dei soldi, non glieli ha restiuiti ndr), persone che avevo aiutato molto in passato".

Si passa così dalle incredibili vincite ottenute dai successi milionari dei suoi "cavalli" a una realtà molto meno profittevole e molto più stressante, che lo ha spinto a dire basta per sempre con lo staking: "Ne sono completamente fuori ora. Per essere un buon staker devi essere senza scrupoli e al tempo stesso molto razionale. Io non ci riesco e questo è uno dei motivi per cui, per me, non ha mai funzionato".

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