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Daniel Negreanu: “Cos’è la GTO e perché l’approccio exploitativo resta il migliore”

Daniel Negreanu è uno dei massimi esponenti della vecchia scuola del poker: anche se è sponsorizzato da anni da Pokerstars e ogni tanto gioca online, resta un professionista del live che ha ottenuto la stragrande maggioranza dei suoi profitti guardando negli occhi i suoi avversari (espressione che utilizza frequentemente). Proprio perché è fiero di appartenere a questa categoria, non stupisce che in un confronto tra la strategia exploitativa e quella GTO di cui tanto si parla scelga senza ombra di dubbio la prima.

Il canadese ne ha parlato nel suo ultimo podcast, partendo da una discussione che ha avuto con Phil Hellmuth durante la telecronaca del final table del Main Event WSOP. Daniel racconta di aver offeso involontariamente Poker Brat quando gli ha detto che sicuramente non aveva idea di cosa fosse la GTO. Il giorno successivo il 14-volte campione WSOP si è presentato nello studio dell’ESPN dichiarando di aver inventato la GTO e di giocare in questo modo da vent’anni. Ma sappiamo tutti che non è così, e allora Negreanu ha deciso di spiegargli come funziona.

“La GTO è la Game Theory Optimal“, riporta nel podcast. “Ho detto a Phil che era qualcosa che non lo riguardava perché lui, come me, gioca secondo una strategia exploitativa. GTO sostanzialmente vuol dire giocare a poker (o a un qualsiasi altro gioco) in un modo che non è exploitabile, ovvero non può essere attaccato con successo dal tuo avversario. L’obiettivo è giocare in una maniera tale da risultare vincente sul lungo periodo indipendentemente da ciò che i tuoi avversari fanno. La strategia opposta è quella exploitativa, che significa non preoccuparsi della teoria ma pensare solo a ottenere un vantaggio dalle debolezze del tuo avversario“.

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Riassumendo, la GTO è una strategia che ci obbliga a concentrarci interamente sul nostro gioco, nel tentativo di renderlo perfetto e impossibile da exploitare dai nostri avversari, che si tratti dell’ultimo degli arrivati o di Phil Ivey. La strategia exploitativa, invece, pone tutto il focus sul gioco del nostro avversario: l’obiettivo è analizzarlo, scoprirne i leak e sfruttare (in inglese: “to exploit”) le sue debolezze per batterlo.

Le due strategie non possono essere combinate in una sola: non è possibile inseguire la perfezione della GTO e al tempo stesso prendere decisioni per sfruttare i leak che abbiamo scovato nei nostri avversari. Ad esempio, la GTO potrebbe dirci di c-bettare sempre su un flop pairato; se invece cerchiamo di exploitare i leak del nostro avversario potremmo fare spesso check/raise (anche se sbagliato dal punto di vista della Teoria dei Giochi) sapendo che una delle sue debolezze è di puntare troppo spesso di fronte a una missed c-bet.

“Se ti trovi contro un avversario che gioca una perfetta GTO, la tua strategia exploitativa non può funzionare”, spiega Daniel. “Perché lui non può essere exploitato. Ma nessuno gioca una GTO perfetta“. Attualmente, infatti, come ha dichiarato anche Doug Polk, nessun giocatore riesce a mettere in pratica una GTO perfetta, perché questo significherebbe sostanzialmente risolvere il gioco. E il No-Limit Hold’em è ancora lontano dalla risoluzione.

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È quasi impossibile che la GTO diventi migliore della strategia exploitativa“, continua il professionista originario di Toronto. “La soluzione migliore è mixare entrambe le strategie, pensando sempre al tipo di giocatore che ci troviamo davanti. Invece di limitarci a dire che exploiteremo i suoi errori o che giocheremo perfetti, dobbiamo valutare in base alla situazione di volta in volta. Così hai davvero una strategia difficile da affrontare per i tuoi avversari”.

La GTO è comunque considerata da molti la strategia più valida nel cash game 6-max con stack di 100 big blinds e gran parte dei regular di questa disciplina stanno abbandonano l’approccio exploitativo per lavorare sul proprio gioco e renderlo più vicino possibile alla perfezione. Nei tornei, però, il discorso è ancora ben differente, come ci ha detto anche Nicola “JhonCheever” Cappellesso.

Daniel la pensa proprio in questo modo: “I migliori giocatori di tornei al mondo giocano secondo una strategia exploitativa. Capisco perché la GTO è sempre più popolare nell’heads-up cash game: giochi contro lo stesso avversario per tantissimo tempo quindi devi assicurarti di non essere exploitabile. Ma negli MTT non è realistico pensare che possa funzionare”.

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