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"Sono un dinosauro di 30 anni che gioca Limit Hold'em"

[imagebanner gruppo=pokerstars] Mike Schneider compirà 31 anni alla fine di novembre, festeggiando al contempo una carriera decennale nel mondo del poker: a 22 anni vinse un milione di dollari giocando Limit Hold'em nel PartyPoker Million V, e da allora non ha più smesso, dedicandosi però al cash game.

Dietro al nickname di "Schneids" ha imparato a guadagnarsi il rispetto anche di chi, quella variante ormai desueta, non l'ha mai davvero giocata: lui è ancora ai tavoli e proprio in questo periodo sta vivendo un momento magico in termini di risultati. Paradossalmente, proprio per questo ha deciso di ricordare a se stesso quanto non sia sempre così facile.

"Ho molti amici e familiari che, nel corso del tempo, mi hanno detto un sacco di cose che alludono in maniera più o meno invidiosa a quanto sia bella e semplice la mia vita - ha scritto sul proprio blog - loro vedono che sei disponibile in qualsiasi momento, che dormi fino a tardi e quindi devi essere un pigro, e che non hai qualcuno a cui dover rispondere del tuo lavoro, ma ci sono un sacco di cose che invece ignorano".

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Non a caso, proprio quelle che rendono la professione del giocatore qualcosa per pochi: "Non sanno delle notti che devi passare sveglio a giocare quando invece vorresti soltanto dormire, o che ti sembra di essere continuamente in jet lag anche se non sei andato da nessuna parte, non conoscono il tormento mentale che provoca essere sempre quello che, per settimane e mesi, sembra essere dalla parte storta del cooler".

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Schneider sa bene che si tratta di una vita che ha scelto, e non lo rimpiange, ma proprio quando sta viaggiando a 3BB/100 su 35.000 mani - qualcosa che lui per primo definisce insostenibile nel Limit Hold'em di oggi - sembra prepararsi mentalmente a quello che potrà riservargli il futuro, che in fondo conosce già ma non per questo è banale averci a che fare.

"Razionalmente è facile ripetersi che non bisogna preoccuparsi di quello che è fuori dal nostro controllo, ma poi le cose non vanno esattamente così - sottolinea - in questa professione vieni pagato solo quando lavori duramente, ed anche in quel caso potrebbe non succedere per molto tempo, ammesso che avvenga del tutto".

Tuttavia, al di là del denaro che naturalmente ha un peso molto rilevante, c'è anche dell'altro per cui il bicchiere è comunque mezzo pieno: "Non è facile, ma alla fine niente che ti consenta di scegliere come vivere giorno dopo giorno lo è". E ricordarselo evidentemente non fa male neppure a qualcuno che questa lezione dovrebbe già conoscerla a memoria.

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