Lo stile iper-tight, nel cash game di poker Texas Hold'em, non è certo remunerativo se allo stesso tavolo sono seduti giocatori capaci di aggiustare velocemente la propria strategia. Lo stesso Doyle Brunson ce ne dà conferma in questo suo personale articolo.
“Permettetemi di raccontarvi di Quincy. Era un giovane studioso del gioco venuto a Las Vegas diversi anni fa con l’intento di lasciare il segno nel mondo del poker. Il problema di Quincy era però che giocava incredibilmente chiuso, una vera roccia.
Per essere più chiari, era il tipo di giocatore che agisce in maniera parecchio conservativa rifiutandosi di rischiare soldi a meno che non sia abbastanza certo di essere il più forte nella mano. A volte questa gente riesce a stare seduta al tavolo per ore senza entrare in nessun piatto. Un atteggiamento del genere può risultare vincente contro gli avversari scarsi che fanno call davvero molto spesso: grazie alla presenza costante di denaro nel pot, le rare volte che si riceverà una monster hand saranno sufficienti a compensare tutte le opportunità più marginali lasciate per strada.
Comportarsi da roccia non equivale a percorrere la giusta strada verso un profitto, ma può essere un modo per sopravvivere nelle partite popolate di giocatori deboli. Contro gente skillata e Pro affermati, meglio invece lasciar perdere. Una cosa che piace davvero tanto ai giocatori più bravi è quella di riuscire pian piano a sgretolare la roccia. Ad esempio, aspettano che l’iper-tight si decida finalmente a fare una mossa e poi gli piazzano un re-raise così deciso e convincente che spesso il coraggio dell’altro si scoglie come neve al sole e tutto ciò che gli rimane è annunciare un fold.
Quincy agiva proprio in questo modo. Con i suoi occhiali dalla montatura sottile e quell’aria da studioso, aveva preso a frequentare i nostri tavoli." (continua)