Nelle ultime settimane, il mercato mondiale del gioco d'azzardo è stato sconvolto da una sorta di terremoto, totalmente inaspettato. L'India ha approvato, con inusuale celerità, un divieto totale sul gioco d'azzardo nel paese. Uno dei mercati nazionali più grandi al mondo è stato improvvisamente spento e le conseguenze saranno molteplici. Una delle prime è stata l'immediata uscita del gruppo Flutter, che in India aveva pure fatto investimenti importanti. Dall'altra parte, si potrebbero creare le condizioni per un ritorno di PokerStars sul mercato online olandese.
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Dietro front India: approvato divieto assoluto di gioco d'azzardo
Con un iter davvero rapido rispetto alle prassi, l'India ha completato una totale inversione di rotta, riguardo al gioco d'azzardo. Il 20 agosto scorso, il parlamento del grande paese asiatico aveva varato una legge che impone un divieto totale di gioco d'azzardo online. Nell'arco di due giorni, sono arrivate prima l'approvazione dell'altro ramo del parlamento, dunque la firma della presidente Droupadi Murmu, che ha reso la legge esecutiva.
Termina così, nell'arco di pochi giorni, la vita di uno dei mercati di gambling più grandi al mondo. Solo online, la proiezione per il 2025 era di oltre 8,5 miliardi di dollari di GGR, ovvero la spesa lorda. Il tasso di crescita, sia per l'online che per il gambling in generale, era davvero alto: entro il 2033 si attendeva una crescita annua al ritmo del 7% per le scommesse sportive e del 15% per l'intero settore gambling.

Bannati anche i popolari Fantasy Sport, consentiti gli eSport educativi
Il divieto tocca anche i Fantasy Sports, segmento dalla grande popolarità in India, in particolare per quanto riguarda le applicazioni sul Cricket che è lo sport nazionale. La nuova legge prevede eccezioni solo per gli e-sports e per giochi online definiti "educativi" i quali, in base a quanto dichiarato dal Primo Ministro Modi, verranno incoraggiati. Lo scopo dichiarato è quello di proteggere la popolazione da un business i cui costi sociali sono ritenuti troppo elevati.
Flutter delusa, ma addio immediato all'India
Superfluo aggiungere che tutti gli attori dell'industria del gambling sono rimasti spiazzati e si dicono estremamente delusi. Tra questi c'è anche Flutter Entertainment, che aveva investito in maniera importante sul mercato indiano, con l'acquisizione del sito Junglee.
Flutter ha diffuso un comunicato in cui annuncia l'immediato abbandono del mercato indiano a partire dallo scorso 22 agosto, per ottemperare alle nuove normative. A margine di questo annuncio, il CEO di Flutter Peter Jackson si è detto estremamente deluso per gli improvvisi cambiamenti del quadro normativo in India. Flutter, come altri attori dell'industria, aveva provato ad aprire un canale di trattativa con il governo indiano, ritenendo che un divieto avrebbe avuto conseguenze nefaste per milioni di giocatori, i quali potrebbero rivolgersi a piattaforme off-shore senza alcuna tutela. Tuttavia, il governo è stato inamovibile.
Le ricadute economiche ed occupazionali
Non sono da sottovalutare nemmeno le ricadute occupazionali di questo divieto. Solo considerando Junglee, diventano improvvisamente a rischio circa 1.100 posti di lavoro.
Non solo, perché lo stop immediato al business legale del gioco d'azzardo rischia di togliere preziose risorse allo sport indiano e in particolare del Cricket. Pochi giorni dopo l'entrata in vigore della nuova legge, Dream11 - tra i leader di mercato dei fantasy sports in India - ha annunciato che non sarà più sponsor della nazionale indiana di Cricket, a causa del crollo dei fatturati.
PokerStars torna in Olanda?
"Si chiude una porta, si apre un portone", dice il proverbio. In qualche modo, potrebbe valere per il gruppo Flutter, vista la situazione venutasi a creare in India e un'altrettanto inatteso possibile sviluppo in ambito europeo. I nuovi equilibri e le nuove tendenze del mercato internazionale, in particolare per il poker online, potrebbero indurre Flutter a tornare sui suoi passi in alcuni mercati che aveva precedentemente abbandonato. Ad esempio, è il caso dell'Olanda, da cui PokerStars era uscita quattro anni fa. Secondo alcune indiscrezioni apparse su PokerIndustryPro, sarebbero in corso dei test su diversi mercati regional, tra i quali anche quello olandese.