Riuscire a fare fold con mani di partenza scarse è il primo passo che separa un pessimo giocatore da un buon giocatore. Chiaramente il processo è molto lungo e fatto da tante tappe: diventare disciplinati al flop, capire l’importanza della posizione, rispettare le puntate altrui e così via.
Oggi vogliamo parlarvi di quando ad una prima analisi il fold sembra l’unica via percorribile, mentre fermandosi un attimo a riflettere più in profondità possiamo scoprire alternative decisamente più profittevoli. Eccovi tre esempi pratici.
1) Avete una mano mediocre da late position e c’è un raise pre-flop da early
Durante una partita cash di no limit hold’em vi trovate sul cutoff con A-x e un giocatore da early position rilancia. Tutti foldano e tocca a voi: il fold sembra una scelta automatica qui, vero? Be’, non lo è affatto.
La chiave è considerare il tipo di giocatore che ha rilanciato e il suo stack effettivo. Se si tratta di un giocatore incapace di inventarsi grande mosse, e con uno stack deep (diciamo di almeno 75 big blind), chiamare o rilanciare può avere senso. Pensate a quale linea di gioco possa permettervi di rubacchiare il piatto: se chiamate pre-flop, potreste portarvi a casa il pot rilanciando sulla sua continuation bet, a prescindere da un eventuale asso sul board.
Molti giocatori pensano che se fate una mossa del genere, significa che avete chiuso una mano monster, specialmente se al turn sparate una seconda puntata in caso vi abbiano chiamato il raise al flop per poi fare check.
2) Siete al river, avete un progetto mancato, e il vostro avversario punta
Nella maggior parte degli scenari qui è un fold fatto e finito. Ma a volte potete fare qualcosa di completamente diverso: rilanciare.
Supponiamo che abbiate A J e uno stack effettivo di 150 big blind. Il vostro avversario, un tizio piuttosto metodico, apre da middle position rilanciando x5. Voi fate call da late. Il flop è K 7 6 . Il vostro avversario va in c-bet e voi chiamate. Il turn è un 2 . Altra bet, altro call.
Il river è un 5 e il vostro avversario spara la terza puntata. Non avete chiuso un colore, non avete una coppia, ma solo asso-carta alta. Foldare è la mossa ovvia, ma se avete un’immagine tight potreste provare un raise. Il vostro avversario potrebbe concludere che avete chiuso un colore o una scala al river e potrebbe foldare lui stesso. Affinché questa mossa sia profittevole, deve funzionare solo 4 volte su 10.
3) Non avete A-A o K-K e ci sono un all-in e un call pre-flop
Manteniamo lo stack di 150 big blind. Il giocatore da early position rilancia x6, un altro player manda la vasca per 40 big blind, e un terzo (con 150 big blind) fa call. Tutti foldano fino a voi, che da hijack avete Q-Q.
Sembra proprio che uno dei vostri avversari abbia A-A o K-K e che vi tocchi fare fold, anche con Q-Q. Ma riflettiamoci un attimo e cerchiamo di analizzare quali tipi di giocatori sono coinvolti in questo grosso piatto.
Se chi ha fatto shove è un giocatore maniac, o magari tiltato, o in generale non proprio una cima, potrebbe avere benissimo una coppia di jack, o un asso forte, o anche solo due carte vestite. Il caller, invece, difficilmente avrà A-A o K-K, mani con cui altrimenti avrebbe rilanciato, giusto?
Qui la giocata migliore potrebbe essere un raise. Certo, a volte cadrete nella trappola del caller (sempre che sia un player capace di questo grado di sofisticatezza), ma molto spesso quel player avrà un range che include tanti A-K, A-Q, A-J, J-J o persino coppie basse.