Con il ritorno in pista di Full Tilt Poker, il cash game high stakes torna ad avere a disposizione quello che negli anni era stato il suo palcoscenico per eccellenza, ed ora sarà interessante capire come riuscirà a trovare un equilibrio con PokerStars.
L'avvento di Isaac Haxton nel team pro, che pure gioca prevalentemente No Limit Hold'em, e la nascita di un format che ha ottenuto un buon riscontro come l'All Star Showdown lascia infatti credere che da parte di PokerStars non ci sia affatto l'intenzione di "abdicare" in favore di Full Tilt Poker per quanto riguarda i nosebleed.

Il cambio di casacca di Viktor Blom poteva lasciar supporre il contrario, così come una serie di altre considerazioni.
Se Full Tilt Poker ha infatti come veicolo principale di promozione proprio il cash game high stakes - ed ha costruito un team pro funzionale a questo obiettivo - PokerStars può contare su una vetrina come quella rappresentata dallo European Poker Tour, e non è un caso se i suoi professionisti più noti siano soprattutto torneisti live (basti pensare a Jason Mercier, Vanessa Selbst, Daniel Negreanu e Bertrand Grospellier).
Del resto, i regular di certi livelli sono numericamente pochi, e difficilmente possono bastare a garantire un traffico sufficiente per due poker room, pensando a limiti come il $100/$200 e superiori. La sensazione insomma è che Full Tilt Poker sia destinata a riprendersi lo scettro per quanto riguarda i limiti più alti, ma questa volta all'Isola di Man la cosa sarà comunque accolta come una buona notizia.
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