Come giocatori di poker online vi sarà certamente capitato di assistere – o peggio di partecipare – ad una di quelle spiacevoli situazioni che si vengono a creare a seguito ad esempio di giocate discutibili o di semplici colpi più o meno fortunati che pur facendo parte del gioco scatenano scambi di accuse ed insulti pesanti e sgradevoli attraverso la chat della vostra poker room.
Si tratta naturalmente di episodi che denotano prima di tutto ignoranza e maleducazione, oltre che una cultura pokeristica che nel nostro Paese ha ancora molta strada da percorrere, tuttavia si tratta di fenomeni che nascondono anche altre motivazioni, oggetto di studio da parte di psicologi di tutto il mondo. Infatti le chat, così come i forum o le e-mail, sono strumenti di comunicazione che rientrano nella cosiddetta CMC, acronimo che sta per Comunicazione Mediata da Computer.
Con l’entrata massiccia di questi nuovi sistemi comunicativi nel nostro quotidiano, gli studiosi hanno infatti trovato interessante esaminare quelle che sono le dinamiche comunicative in contesti virtuali, dove quindi le comuni norme sociali che regolano le conversazioni, il relazionarsi e la comunicazione in generale vengono meno o subiscono comunque rilevanti modifiche dall’ordinario.
Infatti, indipendentemente che si tratti di comunicazione sincrona (le chat) o asincrona (i forum o le e-mail), è stato notato sperimentalmente come i gruppi virtuali mostrino generalmente una minore adesione alle norme sociali, con incomprensioni di vario tipo, più frequenti litigi, fino ad arrivare a scambi di accuse ed insulti. Tutto questo, beninteso, anche da parte di persone che difficilmente in contesti quotidiani si comporterebbero in questo modo.
Questi dati hanno portato alla conclusione che certi fatti si verifichino anche a causa di un fenomeno che viene definito come de-individuazione, e che troverebbe proprio nella CMC terreno fertile in cui attecchire. Infatti, la possibilità di interagire con gli altri attraverso uno schermo e non personalmente, magari servendosi di pseudonimi e di un’identità ed un’immagine di sé difficilmente verificabile dagli altri, porta le persone a sentirsi maggiormente libere nei confronti dei vincoli sociali, ovvero da quelle norme che solitamente rispetterebbero.
Da qui nascono insulti, offese e quanto di peggio possa esserci, certi che l’anonimato di cui godiamo ci protegga e non sentendoci in dovere di provare né rispetto né vergogna verso quelle che per noi possono essere viste non più come persone quanto noi ma semplici scritte impresse su di uno schermo, virtuali e quindi quasi irreali.
Naturalmente, tutto questo non vuole – e non può – giustificare in alcun modo certi comportamenti censurabili e talvolta addirittura inqualificabili, ma si tratta comunque di un elemento che può aiutarci a comprendere come nascano certi fenomeni, che diversamente troverebbero una spiegazione in modo più difficile.
Così, la prossima volta che vi troverete ad assistere – perché siamo certi che non ve ne siate mai resi protagonisti – a certi squallidi spettacoli fatti di insulti incrociati fra giocatori per via di una semplice partita di poker sarete un po’ più consapevoli di quello che sta accadendo, anche se probabilmente avrete comunque voglia di tapparvi il naso.