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Dicesi 4bet...
Quando parliamo di 4bet al tavolo da poker, dobbiamo però essere consapevoli di cosa si tratta. La 4bet non è che un terzo rilancio, dopo appunto due raise precedenti. Facciamo un piccolo esempio: nel preflop il giocatore A rilancia a 200, il giocatore B 3betta a 600 e infine il player C rilancia a 1.500. L'azione del player C è comunemente chiamata 4bet. Come si evince dall'esempio, l'azione è di quelle forti e solitamente tende a rappresentare una mano importante. Diciamo che nella maggioranza dei casi, 4bettare è sinonimo di una starting hand di spessore.
Insomma, spesso e volentieri, sono alte le probabilità di vedere una Monster Hand in mano a giocatore che effettua la 4bet. In qualche caso però, vedremo anche delle 4bet in bianco. Molto dipende dall'abilità stessa del giocatore, dell'esperienza che ha accumulato nel tempo al tavolo e soprattutto dal tipo di avversari che lo stesso player sta affrontando. In un tavolo di giocatori aggressivi, è più consigliabile 4bettare con qualcosa di importante in mano. Se invece il tavolo è composto per lo più di player passivi, allora si può provare anche a martellare.
La posizione diventa fondamentale
La 4bet con A-A è il massimo per un giocatore. Non dipende dalla posizione al tavolo e nemmeno dallo stile di gioco degli avversari. Lo stesso possiamo dire per K-K. Ma quando decidiamo di 4bettare in bianco, con uno stack ovviamente profondo, quali sono gli aspetti da tenere in considerazione? In precedenza abbiamo detto Skills, esperienza e tipologia di rivali. Ma l'aspetto che davvero fa la differenza è la posizione. Una 4bet da early position ci espone a rischi grossi, visto siamo fuori posizione e in un possibile post flop saremo i primi a parlare. Situazione alquanto scomoda.
4bettare in bianco in posizione invece cambia molto. Soprattutto nel post flop, se uno o più dei rivali coinvolti nella mano decidono di chiamare. Va da se, che già al momento della 4bet dobbiamo avere in mente un piano ben preciso da attuare nel post flop, se la nostra 4bet dovesse essere chiamata. Farlo senza sarebbe una sorta di pazzia. Una tattica ben identificata nella nostra mente invece, ci potrebbe consentire un'ottima gestione della mano stessa e di incamerare un pot ancor più grande.
Quando subiamo la 4bet
A volte capiterà che saremo noi a sparare una 4bet e altre volte invece, ci troveremo dall'altra parte della barricata. Quando subiamo la 4bet gli aspetti che dobbiamo considerare non si discostano molto, rispetto a quelli che teniamo a mente, se siamo noi a 4bettare. Sconsigliato il call fuori posizione, mentre un call in posizione ci può stare, soprattutto in un ipotetico post flop da controllare.
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L'aspetto però che fa la differenza in questo caso, oltre alle carte che abbiamo in mano, è lo stile di gioco del nostro avversario. Se siamo di fronte ad un rivale solido e non disponiamo di una mano importante, il fold è la scelta migliore per evitare guai. Se davanti abbiamo un giocatore aggressivo che spara con una certa frequenza le 4bet, allora il discorso cambia. In posizione e con un mano che può lavorare su certi board, il call è possibile. Soprattutto se pensiamo di avere un equity del 30%. Il valore atteso è l'ago della bilancia come sempre nel poker.
Conclusioni
La 4bet è bella, oltre che spettacolare. Ma come detto richiede diversi accorgimenti. Soprattutto quando non abbiamo una mano di spessore. Skills, esperienza di gioco, un piano ben preciso, lo stile dei nostri rivali e la posizione. Sia che siamo noi a piazzarla e sia quando la subiamo, gli aspetti citati diventando fondamentali in un 4bettato. Ma se utilizzata nel modo giusto, può farci vincere un numero indefinito di chips.