Parliamo di un giocatore che si era creato una solida reputazione come torneista online, e che in seguito si e' ampiamente confermato anche live. Non vi e' quindi alcun dubbio che un tipo come Bertrand "ElkY" Grospellier abbia tutti i titoli per dispensare consigli su come queste competizioni vadano affrontate. Oggi il campione del Pokerstars Team Pro ci dà qualche dritta su un aspetto fondamentale nei tornei: il dimensionamento delle nostre puntate. Andiamo a leggere questa lunga ed illuminante lezione di Bertrand:
"Su PokerStars, le strutture dei tornei stanno migliorando sempre di più quindi, essendoci molti tornei deep stack, dovremmo adattare il nostro gioco alla struttura. Il Bet Sizing (dimensionamento delle puntate) in queste condizioni diventa ancora più importante, ed è essenziale sapere esattamente l'ammontare di chips che è giusto puntare. In questo credo che live ed online non differiscano molto tra loro. Quello che conta è adattarsi al tavolo!
Il primo elemento chiave è la grandezza del tuo stack e quello del tuo avversario - o avversari - coinvolti in una data mano. Nelle fasi iniziali di un torneo è difficile togliere tutte le chips a qualcuno, ma se si crea il contesto giusto dovresti sempre provare a massimizzare le tue possibilità di riuscirci, pensando ad un piano su come la mano potrebbe andare. Dall'altro lato, quando hai una mano media, non vuoi impegnare una porzione di stack troppo importante in quel piatto. Qui sei di fronte ad un bivio: potresti seguire il detto popolare "grande mano, grosso piatto", ma potrebbe non rivelarsi troppo saggio, dal punto di vista del "metagame". Nei tornei online, soprattutto in quelli domenicali come il Sunday Million, il field è così ampio e i tavoli cambiano così spesso, che è davvero difficile che gli avversari abbiano una chiara idea di quello che stai cercando di fare. E' il caso di variare il tuo gioco, magari piazzando qualche bluff con puntate di piatto al river quando ritieni che sia il momento.
L'elemento chiave nel poker, specialmente quando "il gioco si fa duro", è essere ben consapevoli della propria immagine al tavolo, e delle dinamiche del tavolo stesso.
Quasi tutti sono in grado di metterti su un range di mani possibili, secondo l'immagine che hai dato. Ma avere a che fare con un bet sizing adeguato rende il loro lavoro molto più difficile. Dipende molto dalla tua "storia" al tavolo, sempre che tu ne abbia una e non sia magari appena stato spostato lì. Ad esempio, se ti sei costruito l'immagine di uno che fa piccoli bet sul river quando ha il nuts in posizione, questo non è molto profittevole sul momento. Ma se sei di fronte a giocatori che osservano, questo ti potrà permettere di bluffare più facilmente al river, magari quando i piatti e i blinds diventano più importanti. Molto probabilmente annoteranno questi bluff come puntate per il valore. Al contrario, se hai l'immagine di un maniaco che prova a bluffare in qualunque momento, fare una robusta overbet - magari anche allin - con una mano molto forte è un ottimo modo per ingannare gli avversari. Una mossa molto in voga ultimamente è ad esempio fare raise allin over the top con monster hands come KK AA: molti avversari vi metteranno su mani come AK, AQ e faranno call con coppie dominate.
La struttura è un altro elemento importantissimo da considerare. Più lenta è la struttura, meglio è per te, posto ovviamente che tu abbia un "edge" sui tuoi avversari. Perciò, non avrai nessun interesse a prendere rischi inutili quando invece puoi permetterti di attendere. Ma quello che cambia molto qui è il gioco preflop. Con tutti gli avversari a 150 big blinds o più, mani come KK e AA possono essere fonte di guai, specialmente in tavoli passivi o in presenza di diverse calling stations. Il tuo obiettivo è dunque di ridurre il numero di avversari. Ad esempio, se i blinds sono a 25/50 con 10mila chips di partenza, come nel Sunday Million, e ti trovi 5 limpers davanti, un raise a 400 è il minimo che si possa fare.
Nei livelli medi, diventa più importante guardare alla dimensione degli stack avversari contro cui stai giocando, in modo da stabilire una strategia per quella mano. In un tentativo di re-steal, vuoi avere massima fold equity ma anche non committarti troppo nel piatto. Ti serve capire la giusta porzione di stack avversario da attaccare. In un torneo deep, la dimensione di un raise preflop sarà più bassa. Quando si rimane short, diventa progressivamente meno importante proteggere la mano, rispetto a proteggere lo stack. Questo vale soprattutto se hai un'immagine preflop molto aggressiva. Variare le dimensioni di un bet in relazione alla forza della tua mano può essere un'arma a doppio taglio, perchè potrebbe facilitare un avversario in gamba a leggere i tuoi "pattern". Sopratutto preflop, io amo puntare sempre la stessa cifra, più o meno da 3.5x a 4x nei primi livelli fino a 2.3x - 2.7x in condizioni di deep stack. Dopo il flop, diversi elementi si aggiungono alla valutazione, e molti di essi sono familiari ai giocatori di cash game. In sintesi, il tuo obiettivo è puntare la cifra che riesca sempre a mettere in difficoltà il tuo rivale. Chiaramente questo risulta più facile se hai un grosso stack, perchè è più semplice mettere molta pressione. La lettura del flop e il numero di avversari coinvolti costituiscono elementi essenziali per capire la giusta cifra da puntare. Se hai q q su un flop q 10 9 fuori posizione contro tre avversari, devi puntare una cifra differente da quella che punteresti con k k su un flop k 7 2 .
Anche la posizione conta molto, poichè ti permette di manovrare il tuo avversario al meglio, prendendo pieno valore dalle mani forti e limitando i danni quando sei o diventi inferiore. Essendo più difficile il gioco fuori posizione, va da sè che in genere si è portati a re-raisare molto di più preflop, soprattutto contro buoni giocatori. Se invece mi trovo di fronte giocatori malleabili, allora non mi curo molto di questo aspetto, sapendo che questi players commettono molto spesso errori sul flop, da cui traggo immediato vantaggio.
Le ante rendono i tornei no-limit ancora più interessanti, perchè costringono a giocare un numero maggiore di mani. Questo rende l'aggressione preflop un fattore ancora più pesante, ma ciò non implica che dobbiamo raisare "di più", perchè impegneremmo una porzione maggiore del nostro stack senza che ciò scoraggi i nostri avversari abbastanza dal fare call. La presenza degli ante influisce molto sul gioco di steal e re-steal, perchè necessariamente il range di mani per raise e reraise deve ampliarsi.
Infine, ecco un esempio di una mano che ho giocato all'ultimo Main Event WCOOP. Avevo 58.000 da big blind e a q . Un giocatore molto aggressivo, holla@yoboy su PokerStars, fa un raise standard da middle position a 2100, su blinds 400/800. Sul bottone siede un altro buon giocatore che fa call. Io avevo diverse opzioni su come giocare questa mano, anche perchè il primo raiser aveva 42mila chips. Ho immaginato la sua reazione ad un mio three-bet a 6.500 o 7mila: sarebbe stato nella condizione di gettare via qualunque mano mediocre senza troppi rimpianti, ma poteva anche leggere il mio reraise come uno squeeze e andare allin over the top con qualunque coppia. Questo mi avrebbe dato molto fastidio.
Mettere troppe chips preflop con a q in quel momento del torneo non mi andava proprio giù, ma fare un reraise e poi foldare avrebbe indebolito di sicuro la mia immagine. Pertanto decisi di fare call e giocarmela al flop.
Scendono a 10 5 . Con 7mila già nel piatto, e considerando le caratteristiche dei miei avversari, ho pensato al check-raise come la migliore opzione. Ero abbastanza sicuro di essere davanti alla gran parte del suo range, e le uniche mani che mi battevano erano A-K, A-T, A-5, T-T e 5-5. E' un insieme molto piccolo, se paragonato a tutte le mani possibili, compreso ogni asso suited a cuori e anche q j . Tra l'altro il check-raise mi avrebbe permesso di valutare la reazione del bottone. Di fronte ad un raise di quest'ultimo infatti, avrei potuto foldare in modo tutto sommato indolore.
L'avversario in middle punta 4.000, una continuation bet standard. Il bottone folda e io decido di fare 12.000, a causa del draw sul board. Tra l'altro questa mossa lo avrebbe lasciato con 28mila dietro, uno stack quasi perfetto per tentare il reraise allin in semibluff. Nel caso in cui avesse invece avuto una monster hand, un set o A 10, il call sarebbe stato una giocata corretta da parte sua.
E' andato istantaneamente allin e io ho fatto snap call. Lui aveva K J per un incastro di scala, che voleva dire 3 outs in quanto io avevo una delle Q. Vinsi il piatto diventando chipleader del tavolo, e rimanendolo per un bel pò. Se avessi raisato di più al flop, non gli avrei lasciato fold equity e avrebbe buttato via la sua mano lì. Se avessi fatto un raise inferiore, egli avrebbe avuto delle buone odds per chiamare, e inoltre se fosse andato in reraise avrebbe reso la mia posizione molto più difficile, perchè fare il quarto raise con quella mano non sarebbe stato il massimo della vita per me...
Ciao a tutti e buona fortuna ai tavoli!"
Bertrand "ElkY" Grospellier
Fonte: pokerstarsblog