Torniamo, dopo tanto tempo, a parlare di Spin & Go, che sarebbe più giusto identificare come Hyper 3-Handed e lo facciamo proponendovi un'intervista ad un ormai esperto della disciplina, che ha cominciato da qualche anno a girare intorno a questo format e che è diventato ben presto un apprezzato coach di questo formato, Michele Bisceglie.
L'intervista a Michele Bisceglie
Ciao Michele e ben atterrato su Assopoker: intanto una prima domanda che serve a rompere il ghiaccio: ti va di farci due righe di presentazione?
Ciao, piacere! Mi chiamo Michele, ho 31 anni, vivo a Roma e sono un coach di Spin & Go, oltre a giocare a poker a tempo pieno.
Sono un ragazzo curioso e appassionato: amo praticamente ogni tipo di sport, il buon cibo, viaggiare e dedicarmi alla crescita personale. Il mio sport preferito è il calcio, che purtroppo non ho avuto la fortuna di praticare da piccolo se non con gli amici, ma che resta una delle mie più grandi passioni.
Negli ultimi mesi ho vissuto un’esperienza incredibile tra Vietnam e Thailandia, dove, insieme ad altri compagni di poker, ho avuto l’opportunità non solo di scoprire nuove culture ma anche di avvicinarmi a sport come l’arrampicata, la Muay Thai e il surf.

Il tuo main game sono gli Spin & Go, quando hai cominciato ad appassionarti ad essi? Hai giocato, o giochi, altre specialità, come MTT, cash game?
La mia passione per il poker nasce da ragazzo: giocavo con soldi finti e passavo ore a guardare le partite in TV, sognando un giorno di diventare un buon giocatore.
Durante il lockdown mi trovavo in Spagna e ho iniziato a studiare il cash game grazie a un player spagnolo. Cercando online ho scoperto l’esistenza delle scuole di poker, tra cui una argentina, “Check Check”, che però non mi accettò a causa della nazionalità.
La mia passione per il poker nasce da ragazzo: giocavo con soldi finti e passavo ore a guardare le partite in TV, sognando un giorno di diventare un buon giocatore.
Michele Bisceglie
Dal cash game agli Spin & Go
Così avevo messo da parte l’idea, finché, mentre lavoravo a Bordeaux, mi sono imbattuto per caso in Pokermagia. Cercavo informazioni sul cash game, ma mi consigliarono di provare con gli Spin & Go: non avevo mai giocato professionalmente, sempre e solo per passatempo, ma quella scelta ha segnato l’inizio della mia carriera da giocatore a tempo pieno.
Nel primo anno sono arrivato fino agli Spin da 50€. Quando ho iniziato a giocare i 100€ mi trovavo in Vietnam e, parallelamente, mi interessava approfondire il cash game, anche perché il formato degli Spin su PokerStars Poker non mi convinceva per la poca edge. Negli ultimi due mesi ho quindi mixato tra cash e spin, ma adesso il mio obiettivo è chiaro: dedicarmi esclusivamente agli Spin per competere e vincere ai livelli più alti.
Quando hai cominciato a cambiare pelle e sei diventato anche un coach di Hyper 3-handed?
Il ruolo di coach per Pokermagia è una parte fondamentale del mio percorso: mi stimola, mi permette di confrontarmi con ragazzi che condividono la mia stessa passione e allo stesso tempo mi aiuta a migliorare le mie capacità comunicative.
Spiegare a mente fredda i ragionamenti che facciamo a lezione consolida le mie conoscenze e mi fa crescere come persona. Inoltre, essere coach significa essere un esempio e un punto di riferimento, un ruolo che vivo come una grande opportunità di crescita personale oltre che come una responsabilità verso la community.
Michele Bisceglie tra GTO e gioco exploitativo
Oggi la GTO è un elemento importante e necessario per ottenere risultati e immagino lo sia anche in questo format. In generale, in quali spot ritieni “obbligatorio” seguire la teoria e in quali, invece, l’exploit batte sistematicamente il solver?
Dal punto di vista tecnico credo che la GTO sia importante da conoscere: serve a capire dove i regular si sbilanciano e ti permette di trovare l’exploit più adatto.
Contro un giocatore ricreativo, invece, penso che la GTO serva relativamente poco, perché ogni ricreativo è unico e ciò che ripaga di più nel lungo periodo è saper leggere il flow del game e riconoscere i pattern di ogni singolo avversario.
Quali sono le tue aspirazioni per il futuro? Come vedi Michele tra qualche anno?
Per il futuro sogno di continuare a viaggiare, scoprire nuove culture e crescere come persona, e so che il poker sarà sempre una parte fondamentale di questo percorso, perché rappresenta per me una vera e propria filosofia di vita.
"Dal punto di vista tecnico credo che la GTO sia importante da conoscere: serve a capire dove i regular si sbilanciano e ti permette di trovare l’exploit più adatto. Contro un giocatore ricreativo, invece, penso che la GTO serva relativamente poco, perché ogni ricreativo è unico e ciò che ripaga di più nel lungo periodo è saper leggere il flow del game e riconoscere i pattern di ogni singolo avversario".
Michele Bisceglie