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"Dopo undici anni di grinding avevo bisogno di un anno sabbatico!" Nicolò Serlenga racconta la pausa dai tornei di poker online

Dopo anni passati a grindare online la maggior parte del tempo, lo scorso agosto Nicolò 'WhyAlw4ysM3_' Serlenga ha deciso di mettere il gioco giocato in pausa.

Incuriositi dalla decisione del 30enne spezzino, tra i grinder di più lungo corso dei tornei online italiani, ci siamo fatti raccontare le ragioni che ne stanno alla base e cosa sta facendo in questo anno sabbatico.

In spoiler anticipiamo che il poker continua a essere una parte importante della sua vita quotidiana.

Una esigenza fisica

Nicolò spiega che il bisogno di fermarsi è stato in primo luogo fisico.

"Da agosto dello scorso anno sono praticamente fermo coi tornei perché sentivo che il mio corpo dopo dodici anni di nottate aveva bisogno di calma, di non fare più sempre le cinque di mattino. Ho continuato però a studiare e sono rimasto in contatto con alcuni dei migliori reg italiani perché non volevo rimanere indietro. So che il poker è una disciplina in cui anche se lavori da undici anni, con un anno di stop resti indietro. Quindi ho continuato a studiare e a confrontarmi"

Coaching, mon amour

Non solo: in questo anno di pausa dai tornei online, Nicolò ha maturato un obiettivo di promuovere:

"Voglio ridare credibilità alla figura del coach puro. In questi mesi ha preso forma l'idea di creare una scuola di poker tutta mia, differente dalle altre, con una offerta diversa rispetto agli stack-coaching che offrono le scuole del panorama, il cui livello di coaching di solito è medio-basso. Una volta il coach era la figura che ti faceva davvero fare il salto di qualità. Oggi questa ottica si è un po' persa di vista. Le scuole ti danno i soldi per farti giocare sei miliardi di tornei al mese, ma da quanto ne so poi non brillano sulla qualità dei coaching. Volevo riportare lustro alla figura di coach e quindi ho deciso di creare questa roba tutta mia, 'serlengaedge' (la trovate su Instagram!) cercando di offrire un servizio di alta qualità a prezzi competitivi. Per intenderci, non coacho per il lucro ma per emancipare la figura del coach da quelli che si autoproclamano tali dopo aver studiato due o tre cose su GTOwizard."

Nicolò rivela che nel tempo lui stesso in prima persona è venuto ad avere dei coach che lo hanno affiancato costantemente. Oggi ha un coach mentale.

"Il mio primo coach fu Luca legolas Franchi di Ravenna, a 19-20 anni mi aprì il modo di vedere il poker. Mi farebbe piacere ritrovarlo, è davvero una persona che mi ha aperto gli occhi. Poi presi un pacchetto di venti ore, mi pare, da Simone 'spera91' Speranza. Lui invece mi aprì un po' più la mente sui solver."

L'importanza del confronto

Ma al di là dei coach, Serlenga riconosce che nel suo percorso pokeristico è stato fondamentale il confronto con gli amici/colleghi:

"Ho avuto e ho sempre un confronto costante con alcuni colleghi della community che sono diventati amici, parlo di alcuni dei giocatori che hanno sempre vinto tanto su .it e .com come Aleasto e Molinelli della cricca di Milano. Alla fine è il confronto quello che ha fatto la differenza. Avere delle figure di riferimento forti quanto o più di te, ti dà un vantaggio in più. Poi chiaramente ci sono fattori mentali: il mio mental coach è Nicola 'quattroganci' Valentini, da cinque anni sono seguito da lui. Il fattore mentale sposta troppo."

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Capire dove centrare il focus

Sulle qualità mentali del professionista di poker Serlenga insiste particolarmente. Lo spezzino ribadisce che molto sta nel dove rivolgere le proprie attenzioni.

"Devi capire quali sono le cose controllabili, su cui focalizzare le energie, e quelle non controllabili su cui sprecare meno energie possibile. Il nostro corpo non ha energie infinite. Se uno le spreca nel lamentarsi, o nel pensare negativo o all' episodio che lo ha fatto uscire, negli altri sei tornei aperti le performance saranno più basse."

Che il la fortuna tiri col vento in poppa o volti le spalle, per Serlenga un giocatore di poker deve concentrarsi solamente su determinati aspetti del gioco.

"Il consiglio base per giocare a poker è focalizzare al 100% le energie mentali sul controllabile, e allo 0% sul non controllabile. Questo vale non solo durante i downswing ma anche nei periodi di upswing in cui puoi sedere sugli allori: anche quello può essere un limite mentale. Per la longevità all'interno di un lavoro ci vuole una grande forza mentale, oltre che tecnica e di talento, che se addestrato nella maniera giusta dà tre a zero allo studio. Non che lo studio non sia importante, ma stare 24 ore su GTOWizard non serve a molto, se poi uno non ha il talento di capire il field contro cui gioca e le tendenze degli avversari."

Il ruolo della GTO

Serlenga riconosce l'importanza dell'equilibrio soprattutto a partire da certi livelli di gioco. Ai low e midstakes sono altre le cose che contano di più.

"Faccio un esempio random, se Gtowizard fosse una persona e giocasse su punto it senza adattarsi, farebbe un bagno di sangue. I range sarebbero molto più stretti, qui overfoldano river per dire... L'obiettivo del mio coaching è un po' arrivare a conoscere bene il field e a fare le cose che il field non fa, per fare il salto di qualità. Ritengo gtowizard un buono strumento ma solo nel momento in cui si capisce come gioca il field e i propri leak. Il situazionale è molto più importante dell'ottimale, poi tra i coachati ho dei reg che giocano già abi massimo con cui andremo sicuramente ad analizzare alcuni spot soprattutto late stage con gtowizard."

Il ritorno ai tavoli

Anche grazie al 'fil rouge' mantenuto costantemente col giochino anche nel periodo di pausa, Nicolò è ora pronto a schierarsi di nuovo.

"Quest'anno non ho giocato perché sentivo di dover fare la mia vita e restituire quello che avevo avuto anche ai miei familiari, ma per restare competitivo sono rimasto a stretto contatto con i miei stakati, con gli amici e anche con Gtowizard. Da un paio di settimane sono tornato ai tavoli e mi sono accorto che sono ancora forte".

Giornalista
Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico si è appassionato al poker e dal 2012 è diventato il suo pane quotidiano. Intanto ha scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco. Vive in Maremma dove è riuscito a realizzare il sogno che aveva preso forma nella sua mente da piccolo davanti a un 486 con 4Mb di RAM, ovvero lavorare comodamente da casa scrivendo al computer. Laurea magistrale in scienze della comunicazione, da venti anni iscritto all'Ordine dei Giornalisti, prima di conoscere il poker si è occupato di cronaca sulla stampa quotidiana nazionale e di musica su quella periodica, quest'ultima soprattutto per entrare gratis ai concerti. Poi ha creato e diretto per cinque anni un freepress bilingue turistico-locale. Al termine di questa esperienza il suo percorso si intrecciò con il NLHE grazie a un amico che giocava su Full Tilt Poker.
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