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Phil Hellmuth e il bounty al World Poker Tour

L’analisi di uno spot giocato contro il Pro di Full Tilt Poker, Vivek “Black Magic” Rajkumar, è l’argomento principale del nuovo appuntamento con “La mano della settimana” di Phil Hellmuth.

“Il WPT Bay 101 Shooting Star è arrivato a San Jose, in California, alla metà di marzo. Avevo conquistato il final table nell’edizione dell’anno scorso ma poi sono stato eliminato in sesta posizione quando i miei QQ sono finiti dietro contro AJ per colpa di un Asso al river.

Ricordo di aver stretto la mano a tutti andandomene in silenzio, ma poi, fuori dalla sala, sono crollato in un profondo sconforto. Cinque giorni di grande poker buttati via in un istante.

Quello che rende il Bay 101 un evento unico è il bounty da 5.000 dollari che viene assegnato ogni volta che qualcuno elimina un top Pro, i cosiddetti 'Shooting Star'. Questi bounties alterano di parecchio il modo in cui gli altri giocano le proprie mani.

Al day 2 e con 20.000 chips di stack, faccio call ad un raise precedente per 2.600 con k j quando i bui erano 600/1.200. I giocatori dai blinds chiamano entrambi perché probabilmente erano a caccia della taglia sulla mia testa. Il flop porta 10 8 7 e tutti gli altri tre fanno check dandomi la parola. Con un progetto di scala, un flush draw e due overcard, la giocata standard era di pushare per le mie ultime 13.800 chips. Però avevo il sentore che almeno uno dei miei avversari stesse nascondendo qualcosa di molto forte, per cui ho checkato dietro.

Sul turn arriva un q ed entrambi i bui fanno fanno check. L’original raiser punta 5.000 ed io smooth-callo con il mio K-high flush ipotizzando che gli altri fossero ormai drawing dead. Purtroppo per me, gli opponent dai blind fanno fold ed arriviamo al turn che è un 5 . L’unico avversario rimasto mi mette all-in per i miei ultimi 8.800 ed io chiamo subito vincendo il piatto contro il suo tris di 8. Bel check sul flop, Phil!

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Poco dopo, trovo a k e apro di 2.700. Il noto professionista Vivek Rajkumar, che mi era seduto di fianco, 3-betta fino a 7.200. Tutti gli altri foldano ed io vado all-in per altri 37.700. Vivek ci pensa per qualche istante ed allora capisco di essere avanti sperando quindi che venga a vedere. Con una medium pair credevo infatti che avrebbe chiamato senza alcuna esitazione. Lui annuncia il call e mostra un a 10 che parte nettamente dominato ma il board è 10 5 2 4 4 e mi ritrovo quindi fuori dal torneo.

Rivediamo la mano insieme. Mi piace l’open-raise di 2.700 mentre la 3-bet di Vivek mi pare una giocata decisamente aggressiva. Il mio shove è stato perfetto, era come se gridasse a gran voce di essere chiamato. Il call dell’altro non mi piace granchè; anzi, considerando che stava investendo circa l’80% delle sue chips, mi sembra alquanto terribile. Perché rischiare altri 37.700 quando nel piatto nei hai messi soltanto 7.200 e sei in una mano contro un avversario tight come me che può certamente avere qualcosa che ti domina? Mah!

Ho parlato di questa mano anche con Huck Seed e Mike Matusow, e se per il primo poteva anche starci, secondo Mike Vivek ha fatto una bella cavolata, soprattutto considerando che eravamo al day 2 di un torneo da 10.000 dollari di buy-in.”

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