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Phil Hellmuth: “Quei QQ dovevano vincere!”

Per la rubrica “La mano della settimana”, quest’oggi Phil Hellmuth ce ne racconta una estrapolata dalla recenti World Series of Poker, dove il professionista americano ha collezionato quattro piazzamenti in the money.

“La mano di cui voglio parlarvi oggi proviene dalle World Series of Poker di quest’anno, esattamente dal torneo da 3.000 dollari di buy-in che prevedeva 72 giocatori a premi.

Rimasti in 82 e con bui 1.000/2.000, il Pro Ted Lawson apre da UTG di 7.000 ed un altro giocatore fa call da bottone. Guardo le mie carte ed in posizione di Big Blind spillo q q . Con l’intenzione di manternere nascosta la forza della mia mano, mi limito soltanto al call. Non c’era bisogno di fare particolari mosse che potessero rivelare in anticipo la trappola che stavo preparando.

Il flop porta 8 8 8 ed io opto per un check. Ted spara 20.000 e l’altro giocatore butta via le carte. Non volendo spaventare Lawson, che con una coppia medio-bassa sarebbe stato praticamente drawing dead, rinuncio al raise e faccio ancora call.

Il turn è un j : il tempo di fare check e lui pusha quasi subito. A me restavano circa 74.000 chips, così mi metto a pensare. Perché era andato all-in? Aveva AA o KK? Forse due Jack? E perché aveva puntato così velocemente? Passa circa un minuto e poi inizio a dirgli un po’ di cose, tipo che avevo in mano qualcosa di molto forte e che se lui aveva 10-10 era praticamente morto. Volevo osservare le sue reazioni ai miei commenti: mostrava calma o paura? Alla fine propendo per la prima ipotesi e foldo i miei QQ girandoli sul tavolo.

Con un sacco di spettatori a guardare incuriositi, Ted decide allora di mostrare a a . Wow! Non più di cinque giocatori al mondo avrebbero passato con QQ in quello spot. Si è rivelata una mossa geniale. Ok, basta vantarmi e analizziamo meglio la mano.

L’ open-raise a 7.000 di Ted è un po’ alto rispetto allo standard di questi giorni che prevede di aprire di 2,5x. Ted LawsonIl mio call dal Big Blind è stato piuttosto tricky, ma non è una cosa che possono fare tutti. La giocata più classica prevede un re-raise fino a circa 15.000. Mi piace il check al flop per continuare con la mia trappola. La sua puntata da 20.000 è stata comunque solida.

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Fare una bet con una mano forte, in questo caso con il secondo miglior punteggio possibile, a volte può fruttare tanto. In quella situazione avrebbe potuto funzionare anche un check, perché era possibile che qualcuno avesse accoppiato quel Jack sul turn e allora due Assi potevano vincere un gran piatto.

Il mio call sul flop mi è piaciuto, ma consiglio ai meno esperti di rilanciare subito. Una volta, infatti, che avete chiamato una grossa puntata l’altro sa già che avete qualcosa di forte. Callare in questo spot dà semplicemente la possibilità all’avversario di tentare gratis di beccare un Asso o un Kappa. Secondo me, quindi, andate subito all-in, a meno che nel vostro inconscio  suoni un qualche campanello di allarme.

La puntata di Ted al turn è ok, ma io avrei considerato un approccio diverso: avrebbe potuto fare di meno, diciamo 20.000, ed io avrei certamente chiamato. Inoltre, Lawson avrebbe dovuto aspettare un po’ di tempo prima di sparare la sua bet finale. Puntare iper-velocemente può significare diverse cose, ma per me è segno inconfutabile di grande forza.”

Phil Hellmuth

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