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Pier Paolo Fabretti e quel Sunday Million finito a mezzogiorno...

Pier Paolo Fabretti, qui all'IPT Campione 2011Nel gennaio 2008, Pier Paolo Fabretti era un giovane poker pro romano proveniente da "Magic: The Gathering", che faceva cose egregie su PokerStars.com e riuscì a centrare un fantastico 5° posto al Sunday Million. Un risultato che gli permise di guadagnare tanti soldi (circa 45mila dollari), ma certo Pier non poteva immaginare che - poco più di 4 anni dopo - avrebbe potuto disputare la versione italiana di quel fantastico torneo, nè tantomeno di farlo da membro del team pro di PokerStars.it.

Ne è passato, di tempo, ma se si guarda alla discreta - quasi silenziosa - escalation di questo ragazzo non si può non pensare a quanto il poker può essere un percorso meritocratico, dove qualità professionali ed umane possono camminare su un sentiero comune.

Parlare dell'attesa del Sunday Million italiano con Pier Paolo Fabretti è qualcosa di doppiamente piacevole, per quanto l'ex "Pier85" ha da raccontare e per cogliere l'occasione di conoscere meglio uno dei poker pro italiani più autenticamente "antidivi" del nostro panorama.

AP: Ciao Pier e benvenuto su AP. Tu sei della prima "nidiata" romana del texas hold'em, la prima a fare sfracelli su PokerStars.com: parliamo di gente come Dario Minieri, Alioscia Oliva, Flavio Ferrari Zumbini ...e Pier85. Iniziamo parlando di quella notte magica del gennaio di 4 anni fa.
PPF: Ciao a tutti. Beh sì, eravamo un bel gruppo. In quel periodo ci riunivamo quasi tutte le domeniche nell'internet point di un nostro amico che ci lasciava giocare dentro anche dopo la chiusura. Non ricordo precisamente chi ci fosse quella sera in particolare, ma ricordo che alla fine rimanemmo io, Mauro Stivoli e Tommaso Natale. Uscimmo dal locale che era quasi mezzogiorno 🙂

AP: Ricordi ancora qualche mano - o un avversario - in particolare?
PPF:  mi ricordo la mano con cui sono uscito, cosa assolutamente atipica dato che io tendo a dimenticare le mani e non sono assolutamente uno che le racconta, ma quella mi è rimasta impressa: io 88 lui AJ all in preflop, J al turn. Soprattutto, ricordo ancora la delusione!

AP: Immagino. Quel colpo ti portò circa 45k dollari, che se non erro è stata la cifra più importante che hai vinto in mtt online fino al tuo trionfo all'ICOOP di qualche mese fa. Ma ti impedì anche di lottare per i 200mila dollari del primo posto. Ora il Sunday Million di PokerStars.it promette un primo premio garantito di 200.000€. Ancora più alta, ancora più invitante...
PPF: Sì, è una grande cifra che "sposta" per tutti.

AP: Ma a questo proposito, tu che sei uno ormai abituato a vedere "ballare" cifre importanti, che consigli daresti al vincitore del Sunday Million (posto che non sia tu...)?
PPF: Allora, da quel final table a quello ICOOP sono passati 4 anni ed è chiaro che nel fratempo sono cambiato anche io, sia a livello tecnico sia a livello personale quindi l'approccio, la conduzione e la gestione del dopo sono stati profondamente differenti. Ad esempio, all'ICOOP ero estremamente più rilassato, più sicuro di me e dei miei mezzi, prova ne è che ho rifiutato qualsiasi deal e non per essere spavaldo o presuntuso, ma in seguito di un analisi della situazione, degli avversari del momento e di tanti altri fattori tecnici e non.

Nel 2008 invece avrei avuto sicuramente più difficoltà a mettere in ordine questi fattori e ad analizzarli, e probabilmente avrei accettato un deal. Questo è solo un esempio per dirti che trovarsi per la prima volta in un final table tanto importante può voler dire essere sottoposti a tanta pressione, vuoi per l'emozione o vuoi per le cifre in ballo.

AP: E la gestione post vincita?
PPF: Infatti anche il dopo è molto importante: gestire una grossa vincita è difficile quanto conseguirla. In tanti anni di poker mi è capitato davvero tante volte di vedere gestire tali vincite in modi molto sbagliati. Il consiglio che do è di continuare sul proprio percorso continuando ad avanzare per gradi: non si diventa campioni improvvisamente dopo una grossa vincita come non si è improvvisamente dei cattivi giocatori in un periodo di bad run. Capire questo concetto è fondamentale.

AP: Raccontando del tuo final table del 2008, prima dicevi che usciste verso mezzogiorno. Oggi le cose sono molto cambiate anche in questo senso, con una piattaforma solo per italiani e con una programmazione divisa in ben tre giorni. Pensi che questo sia un vantaggio?
PPF: Sicuramente la divisione in più giorni è un ottima scelta, poichè permette anche al giocatore amatoriale di prendere parte ad un evento del genere. Giocare un torneo che si conclude in un'unica gornata è impossibile, se si deve andare a lavoro il lunedì mattina. Inoltre la suddivisione in giorni permette di adottare una struttura più tecnica e giocabile, e questo direi che incide molto a cominciare dall'esperienza di gioco che diviene anche più gratificante.

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AP: In un certo senso tu sei il più "antidivo" del team PokerStars, e uno dei più riservati pro di successo del poker italiano. Hai mai pensato di "violentare" un pò il tuo carattere per una fetta di popolarità maggiore?
PPF: Diciamo che non amo gli eccessi, l'esibizionismo fine a se stesso, l'autocelebrazione esasperata. Credo di essere eccezionalmente fortunato nel fare un lavoro che mi piace e mi impegno ogni giorno per questo. Non cambierei il mio modo di essere, e se questo mi porta ad essere considerato un pò antidivo la cosa non mi disturba affatto.

Pier Paolo concentratissimo al tavoloAP: Una caratteristica che mi ha sempre impressionato di te è la grande tranquillità al tavolo, qualsiasi cosa succeda. Seriamente, oltre alle ovvie abilità logico-matematiche e in generale specifiche del gioco, quanto credi che conti nel poker l'essere così "easy going"?
PPF: Sicuramente è una caratteristica che ho migliorato nel tempo. All'inizio, e tutt'ora di tanto in tanto, mi capitava di innervosirmi più del dovuto o cose del genere. Poi ho capito che lavorare sul proprio mindset per affrontare tutti i momenti che questo gioco ci porta a vivere, sia in positivo che in negativo, è una skill tanto importante quanto la tecnica di gioco. Se non si ha una tenuta psicologica adeguata non si può fare il professionista.

AP: Ma oggi cosa fa tiltare Pier Paolo Fabretti, nel poker e nella vita di tutti i giorni?
PPF: Nel poker ormai ne ho viste talmente tante che tilto difficilmente per qualcosa. O meglio, il tilt è momentaneo e passeggero, ma le bad run molto prolungate un pò ancora le soffro! Una cosa che invece mi fa tiltare tantissimo è l'esultanza sguaiata dopo un colpo vinto nei tornei live, quando mi capita di assistervi mi infastisco molto...

Nella vita il discorso sarebbe molto più lungo: diciamo per sintetizzare che non tollero chi non ha valori, rispetto e correttezza. Per me non sono optional e direi che questo mio modo di essere mi porta, mio malgrado, a fare una "hand selection" davvero tight nei rapporti personali.

AP: Tight is right, verrebbe da dire. In chiusura, dove ti vedremo live da qui ai prossimi mesi?
PPF: L'EPT Campione tra un paio di giorni, il finale di stagione IPT e molto probabilmente un pò di WSOP, ma non ho ancora stabilito un programma per Vegas.

AP: Bene, allora good luck per l'EPT Campione e per il prosieguo della stagione. E buon Sunday Million...
PPF: Grazie, un saluto a tutti voi assopokeristi. Non posso che darvi appuntamento tra una settimana ai tavoli del Sunday Million su PokerStars.it!

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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