Vai al contenuto

Strategia da torneo: Tony Dunst e un fold 'committato'

Tony DunstCapita raramente di mettere più di mezzo stack in un piatto e dover poi foldare. In genere è una strategia orribile, perchè - a meno che tu stia bluffando o sia drawing dead - hai sempre ottime odds per chiamare il resto del tuo stack per vincere la mano hittando qualcosa, o beccando il tuo avversario a sua volta in bluff.

Ma se è improbabile che il tuo avversario stia bluffando, dovresti foldare al di là di quanto già investito.

Durante il day 2 del WPT L.A. Poker Classic Main Event, mi sono trovato in un tavolo pieno di giovani professionisti che sono solito incontrare in giro. Il LAPC è ancora uno tornei maggiormente "EV+" negli Stati Uniti, e anche uno dei più grandi, ma i fish sono rapidamente divorati dai numerosi pro che si presentano qui.

Siamo con bui 400/800 e uno stack di circa 100.000 fiches, e un giovane pro che vedo spesso ma di cui non ricordo il nome viene spostato alla mia destra, portando con sè uno stack enorme che copriva nettamente il mio. Dopo un paio di orbite, lui aveva già preso l'abitudine a entrare in molti più piatti rispetto a me. Così spillo a j da bottone proprio mentre il giovane pro sta 3-bettando l'apertura di un altro giocatore in middle position.

Penso tra me e me che era un gran bello spot per 4-bettare. Il mio raise sarebbe potuto benissimo essere in bluff, ma non necessariamente avrei dovuto foldare su un eventuale mini-5bet del mio rivale.

La sua 3-bet era di 4.500, e io arrivo fino a 11.500. L'original raiser butta via le sue carte, mentre il nostro amico deep 5-betta fino a 21.500, poco più del raise minimo. Il mio piano iniziale era di foldare a una sua 5bet, ma con così poco da aggiungere, un buon asso e il vantaggio della posizione, decido di chiamare.

Sul flop scendono a 2 5 e il mio oppo esce puntando 17.500. Io faccio call, e al turn viene giù un 3 . Lui checka, e qui devo decidere se puntare o checkare dietro. Se checko, molti river potrebbero essere problematici per me. Ma se decido di puntare - e non devo puntare troppo - prenderei valore una buona percentuale delle volte, eviterei di venire scoppiato in altre, e probabilmente eviterei di venire bluffato.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Decido di puntare 25.500 e lui annuncia l'all in. Non era ciò che avrei voluto sentire. Avevo metà del mio stack già nel piatto, e la mia idea iniziale era di foldare a un suo eventuale raise. Ma sono stato un po' a pensarci su, per capire se ci fossero ragioni per non farlo. Era abbastanza possibile che avesse una mano forte, come due suited connectors a cuori, doppia coppia o un asso con un bel kicker a cuori. Era anche improbabile che bluffasse: forse avrebbe potuto farlo con qualcosa tipo KQ off con una cuori, 5-bettata preflop e check-pushata sul turn. Improbabile. La stragrande maggioranza del suo range lì mi crushava.

Così, dopo aver contato le chips e osservato lui per un po', decido di buttare le mie carte nel mucchio.

Poco dopo siamo andati in break, e al ritorno il mio collega Justin Young dice "Sai, ho raccontato a un sacco di gente questa mano durante la pausa, e tutti hanno detto 'Cosa? Pensavo che Tony Dunst fosse un nittone!"

Non ho detto niente, era meglio che continuassero a pensare che stessi bluffando.

Tony Dunst (un giocatore professionista e host del World Poker Tour)

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI