Il mercato dei giochi online in Italia rischia di trasformarsi un parco esclusivo per pochissimi operatori, con una barriera all’ingresso importante e un aumento della tassazione senza precedenti.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) sta pianificando una nuova gara per le concessioni nel settore del gioco online e, dai primi rumors che filtrano si parla di un costo per ogni singola concessione di 6 milioni di euro
Le concessioni riguarderebbero tutti i giochi (scommesse, poker, casino, bingo etc).
Il problema attuale è che il sistema concessorio attuale non darebbe diritto neanche alla possibilità di poter fare pubblicità (che è sempre stata l'arma per convincere gli operatori a partecipare ai bandi di gara), rendendo concreto il rischio per molti bookmakers e casinò online di una fuga verso l’estero (Malta, Gilbilterra, Curacao).
Il Ministro Giorgetti e i suoi tecnici sono a caccia di nuove risorse dal settore dei giochi in vista della Legge di Bilancio, il Governo Meloni batte cassa.
Sono in via di definizione i decreti attuativi della Delega Fiscale al fine di approvare una nuova riforma dei giochi.
In questo Articolo:
- 1 Nuove concessioni online: il MEF prevede l'adesione di 40 operatori
- 2 La tassazione dal 22% al 26% per le scommesse online
- 3 Regolamentazione dei Punti Vendita Ricarica (PVR)
- 4 Nuovo bando di gara per il gioco del Lotto
- 5 L'enigma del gioco fisico
- 6 Super Enalotto e Gratta e Vinci: aumenta la tassa della fortuna?
Nuove concessioni online: il MEF prevede l'adesione di 40 operatori
Una delle priorità del Governo nel settore è la gara per le concessioni nel gioco online, che prevede un costo fisso di 6 milioni di euro e senza un limite massimo sul numero di diritti assegnati. Questa misura dovrebbe attrarre - secondo le prime stime del MEF - al massimo 40 operatori e generare entrate per 240 milioni di euro. Tale stima fa riflettere: i tecnici del Ministero indirettamente ci stanno dando un'informazione: prevedono un esodo massiccio verso l'estero (o la chiusura) di più della metà degli attuali concessionari.
Una previsione che è molto credibile: dai nostri primi sondaggi con alcuni bookmakers italiani è emersa la volontà da parte delle società più piccole di non voler partecipare al bando.
La tassazione dal 22% al 26% per le scommesse online
Inoltre, si sta valutando un aumento dell'aliquota fiscale per il betting online che potrebbe passare dal 22% al 26%, con l'obiettivo di garantire ulteriori entrate di 70 milioni di euro.
In questo caso verrebbero messi in grave difficoltà i bookmakers (che sarebbero costretti ad alzare la lavagna di allibramento con il rischio di quote meno competitive). Book italiani che già devono fronteggiare la concorrenza degli allibratori del .com che possono vantare una pressione fiscale notevolmente inferiore (pensiamo a Malta che il prelievo è del 5% sull’income).
Senza l’opportunità di fare pubblicità, diventa difficile per un book medio italiano sopravvivere sul mercato con una pressione fiscale del genere e con un costo notevole per le concessioni.
Queste misure, naturalmente, rafforzeranno le multinazionali del gioco (avranno meno concorrenza interna) ma rischiano di incentivare all’esodo i book medio piccoli con una perdita significativa, nel lungo periodo, di risorse anche fiscali. Il pericolo del trasferimento all'estero di questi operatori è concreti. Altri potrebbero invece fare delle fusioni o essere oggetto di acquisizioni, oppure trasformarsi in skin collegate a altri concessionari.
Regolamentazione dei Punti Vendita Ricarica (PVR)
Si prevede anche una "regolarizzazione" dei Punti Vendita Ricarica (PVR) per le scommesse secondo l'agenzia Agimeg, i famosi punti remoti (come ad esempio gli internet point) che si appoggiano a una concessione online. Sono stimati in circa 70.000 sul territorio.
In questo caso il MEF ha intenzione di richiedere agli esercenti una somma che potrebbe partire da 200 euro per arrivare anche a 700 euro per continuare a operare. I tecnici del MEF prevedono un incasso di circa 35 milioni di euro.
Nuovo bando di gara per il gioco del Lotto
Sarà messa anche all’asta la concessione per il gioco del Lotto. L’attuale scade nel 2025, per questa ragione si terrà la gara nel 2024, con una base iniziale di 800 milioni (la precedente partiva da 700 milioni). Il Governo punta di incassare 400 milioni nel 2024 e altri 400 milioni nel 2025. L’aggio attuale (la commissione sul giocato) riservato al concessionario è del 6%. Raccogliamo voci che anche operatori stranieri (provenienti anche da Gran Bretagna e USA) sono intenzionati a partecipare al bando.
L'enigma del gioco fisico
C'è anche da considerare il settore del gioco terrestre, con le concessioni prorogate fino al 31 dicembre 2024 per consentire lo studio dei decreti attuativi e la riorganizzazione del settore. Il Ministero dell'Economia punta a non concedere ulteriori proroghe e ad avviare le gare per il bingo, le slot e il Gratta e Vinci. Gli operatori, d'altro canto, sperano in una proroga di due anni fino al 2026, al fine di garantire entrate statali di 600 milioni di euro all'anno sempre secondo l'agenzia Agimeg.
Super Enalotto e Gratta e Vinci: aumenta la tassa della fortuna?
Riguardo ai giocatori, è circolata l’ipotesi di aumentare la “tassa della fortuna” applicabile sulle vincite superiori ai 500 euro per i giochi come Lotto, Super Enalotto, Gratta e Vinci e VLT con l’aliquota che dovrebbe passare dal 20% al 25% ma il Ministero delle Finanze teme una contrazione dei volumi con un prelievo così alto.
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