L'altro giorno vi abbiamo raccontato dello scandalo che sta sconvolgendo la NBA, con l'incriminazione di 34 persone tra cui un giocatore, un coach e un ex giocatore e coach. Mentre i vertici della lega si preparano a prendere le contromisure e hanno annunciato cambiamenti ad alcune policy, sono venuti fuori particolari scottanti. In particolare, appare sempre più centrale la figura di uno degli arrestati (già nel frattempo rilasciato): Chauncey Billups.
In questo Articolo:
- 1 Le stelle NBA e la partite di poker truccata: cosa aveva detto Matt Berkey
- 2 Billups passava informazioni agli scommettitori sugli infortunati? L'avvocato smentisce seccamente
- 3 Il problema della NBA: chi non ha niente da perdere
- 4 Cosa fa la NBA? In arrivo novità sulla gestione degli infortunati
- 5 Cosa fare per combattere chi imbroglia nelle scommesse? L'esempio italiano può servire
Le stelle NBA e la partite di poker truccata: cosa aveva detto Matt Berkey
Nell'immediatezza degli arresti e della conferenza stampa dell'FBI, si era rapidamente diffuso un vecchio podcast, risalente addirittura al maggio 2023. Si trattava del podcast di Solve For Why, l'accademia di coaching di Matt Berkey, con lo stesso top player intervistato da Conrad Simpson. A un certo punto, si fa cenno ad una partita live e Berkey affermava quanto segue:
"Sarà stato 4 anni fa, in qualche momento del 2019. C'era questa partita, iniziata a Los Angeles ma che si era trasferita a Vegas per alcuni giorni e ruotava tutta intorno a Chauncey Billups ("it was all built around Chauncey Billups" è quanto dice letteralmente Berkey, ndr). Avevo sentito parlare di questa partita, e la persona che me ne aveva parlato affermava di conoscere gli organizzatori e si diceva certo che la partita fosse al 100% regolare. Allora io gli ho risposto che conoscevo altre persone che ci giocavano e potevo affermare al 100% che regolare non lo fosse per niente. Io non vi presi parte, ma alcuni amici si erano seduti, sia a Los Angeles che a Las Vegas, e mi hanno ulteriormente confermato che fosse al 1000% una partita truccata. Mi hanno raccontato di persone che a malapena conoscevano le regole del gioco, che mettevano i resti per centinaia di big blinds con incastro di scala e regolarmente chiudevano."
Dunque, già due anni e mezzo fa era nota questa partita, che l'inchiesta dell'FBI afferma essere organizzata da esponenti vicini a note famiglie americane appartenenti a Cosa Nostra. Dunque, che fosse o meno consapevole di quanto accadeva intorno a sé, il ruolo di Chauncey Billups assume una rilevanza ancora maggiore. E non solo per questo...
Billups passava informazioni agli scommettitori sugli infortunati? L'avvocato smentisce seccamente
Nell'inchiesta, si accenna a una partita del 24 marzo 2023, tra i Portland Trail Blazers e i Chicago Bulls. Si parla di un momento della stagione in cui i Blazers, allenati già allora da Billups, erano già fuori dalla lotta per i playoff con solo 10 partite rimaste nella regular season.
Secondo intercettazioni, il sospettato - definito nelle carte dell'inchiesta "Co-Conspirator 8", aveva rivlato a Eric Earnest (uno degli scommettitori arrestati) che la squadra avrebbe "tankato" da allora in avanti. Per chi fosse a digiuno di dinamiche NBA, con "Tanking" si intende una franchigia NBA che perde delle partite quasi appositamente, per avere chance più alte di aggiudicarsi le migliore scelte al successivo draft.
Più precisamente, "Co-Conspirator 8" rivelava al complice che i Blazers avrebbero fatto riposare diversi dei loro migliori giocatori, tra cui Player 1 che dovrebbe corrispondere a Damian Lillard, allora la stella della squadra. Tale informazione era da considerarsi preziosa perché nessuno, in quel momento, sapeva che Portland avrebbe fatto riposare così tanti giocatori importanti. Alla fine, Portland perse davvero quella partita ed Eric Earnest ci avrebbe scommesso più di 100mila dollari.
L'associazione di "Co-Conspirator 8" con la persona di Chauncey Billups, coach dei Portland Trail Blazers, è stata immediata. Tuttavia, il suo avvocato Chris Heywood ha seccamente smentito che si possa trattare di lui. "Chauncey Billups non ha né avrebbe mai scommesso su partite di basket, o tantomeno fornito informazioni riservate, o compromettere la fiducia del suo team e della lega, mettendo in cattiva luce lo sport a cui ha dedicato la sua intera vita. Chiunque conosca Chauncey Billups sa che è una persona integerrima e le persone integerrime non imbrogliano o truffano gli altri. Credere che Chauncey Billups abbia commesso ciò di cui il Governo Federale lo accusa significherebbe che egli ha messo a rischio una reputazione da hall of famer e anche la sua stessa libertà, cose che non metterebbe a rischio per nessuna cosa al mondo, men che meno un gioco di carte."
Il problema della NBA: chi non ha niente da perdere
La perdita della reputazione e di una carriera da all star sono argomenti forti da parte del team legale di Billups, ma anche di una convinzione diffusa da parte di molti addetti ai lavori. Brian Windhorst, senior writer di ESPN specializzato in basket NBA, ha più volte posto l'accento su alcuni particolari di questa vicenda. Innanzitutto, si tratta di due inchieste separate, e quella sulla partita di poker potenzialmente truccata non riguarda in alcun modo la NBA, che è invece profondamente toccata dalla parte relativa alle scommesse illegali.
Qui entra in gioco un fattore dirimente, che è appunto la motivazione a delinquere. Chi ha guadagnato e guadagna milioni di dollari giocando o allenando, ha tantissimo da perdere a farsi coinvolgere in giri loschi o attività illegali. Al contrario, lo stesso Windhorst ha più volte lanciato l'allarme sugli sport universitari. Lì, la maggior parte dei giocatori che sanno già che la loro carriera non proseguirà con il professionismo, non hanno nulla da perdere e possono essere target ideali di gruppi criminali che cercano un modo per avere un vantaggio illecito dalle scommesse.
Il caso di Damon Jones e altri prima di lui, ovvero di giocatori che hanno dilapidato in maniera più o meno opinabile i propri patrimoni e sono caduti nella dipendenza da gioco, racconta però una verità diversa. Anche un milionario, se per qualche ragione si ritrova in cattive acque, può diventare ricattabile. Questa potrebbe essere la situazione di Chauncey Billups, anche se al momento si tratta solo di ipotesi investigative.
Cosa fa la NBA? In arrivo novità sulla gestione degli infortunati
Nel frattempo, la NBA cerca di reagire alla tempesta. Nei giorni scorsi, i vertici della lega professionistica avevano smentito un'allusione dello stesso Brian Windhorst. Il giornalista, riguardo al caso di Rozier che aveva poi saltato le rimanenti 9 partite di quella stagione ufficialmente per infortunio, aveva ipotizzato che la NBA sapesse ma avesse in qualche modo coperto il caso.
La NBA ha nettamente smentito ciò, affermando comunque di non avere possibilità di fare investigazioni approfondite come invece possono fare gli organi di polizia. Dunque, la NBA si è di fatto dichiarata impotente, ma una tale posizione non è sostenibile a lungo.
Infatti, proprio ieri la Lega ha informato le 30 franchigie di aver avviato un iter di revisione delle policy sulla gestione degli infortuni e dei relativi injury report. Di fatto, ogni giorno, c'è qualche decina di persone legate ai team che conosce la situazione di questo o quel giocatore, magari non lo vede alle sessioni di tiro e dunque sa che quasi certamente non giocherà la partita di quel giorno. Tali informazioni sono precluse al pubblico, ma i malintenzionati riescono comunque ad avervi accesso. Dunque, è decisamente il caso che queste policy vengano cambiate.
Il problema del tanking
Ma non è questa l'unica modifica sulla quale la NBA sarà chiamata a lavorare, prima o poi. Ci sono aspetti delle dinamiche del campionato di basket più famoso al mondo che sono difficili da comprendere e rappresentano un ventre molle, su cui possono inserirsi interessi illeciti. Uno è proprio quello del tanking, ovvero dell'abitudine delle squadre più scarse a perdere appositamente più partite possibili.
Qualche cambiamento è già stato fatto, in realtà. Fino al 2019, la squadra con il peggior record (bilancio tra partite vinte e perse) della regular season aveva il 25% di chance di pescare la prima scelta assoluta del draft. La seconda peggior squadra aveva il 19,9%, la terza il 15,6% e via a scendere.
A partire dal 2019, si è deciso di mettere un freno a questo sistema che vedeva troppe squadre fare a gare per perdere le partite, anziché vincere.
Oggi, le peggiori tre squadre della Regular Season hanno ciascuna il 14% di chance di pescare la scelta numero 1, e via via a scendere fino allo 0,5% della quattordicesima peggior squadra della NBA.
Cosa fare per combattere chi imbroglia nelle scommesse? L'esempio italiano può servire
Il rapporto della NBA con il mondo delle scommesse non è in discussione, è un iter ormai avviato da cui molto difficilmente si tornerà indietro, ma che va ripensato e rimodulato. Sotto accusa sono le cosiddette "prop bet", ovvero le scommesse sulle prestazioni dei singoli. Si tratta di una tipologia di scommesse che piace agli appassionati, ma ha dei lati oscuri. Infatti, in tutti i casi che hanno creato scandalo, si trattava di questo tipo di scommesse, ma sempre riguardanti l'UNDER.
Come è facile intuire, se si vuole guadagnare illecitamente da questo tipo di giocate, farlo con gli under è infinitamente più semplice. Si può fingere un infortunio, come AVREBBE fatto Rozier, e così chi ha giocato sugli under di punti, rimbalzi, assist e persino minuti giocati può andare alla cassa.
In Italia, però, questo tipo di scommesse è offerto in maniera più saggia. Nella stragrande maggioranza dei casi, nelle scommesse sportive legali disponibili da noi, vengono quotati solo gli over.
Sicuramente ciò porterà a una minore scelta, ma il mercato rimarrà comunque disponibile senza causare fughe di volumi di gioco verso piattaforme illegali che eventualmente offrono anche le opzioni "under". Potrebbe dunque essere un'idea.
