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‘Il poker in Cina è come nel 2005 negli USA: pieno di fish’

spingo-pokerstarsUn mese fa, si è disputato il primo torneo di poker live a Pechino (Beijing Millions) ed i risultati sono stati sorprendenti: 2.732 entries, con un solo giorno riservato per le iscrizioni. Le potenzialità del giochino in Cina sono infinite, sia per gli operatori che per i poker pro. La moda è scattata soprattutto nelle classi medio-alte (uomini d’affari e liberi professionisti). A sostenerlo è il giocatore di PokerStars, Raymond Wu.

Il "Dragone rosso" si sta svegliando anche nel poker: "Ho giocato due settimane a texas hold'em in Cina ed ho constatato come sia diventato popolare il poker da quelle parti. Un vero boom. L'atmosfera ricorda molto il modo in cui si giocava nel 2004, 2005, quando ho iniziato al college. Ogni venerdì o sabato c'era qualcuno disponibile per “una notte di poker”.

Il Beijing Millions è la testimonianza tangibile che ci sono molte persone che adesso vogliono giocare da quelle parti”. Rispetto all’occidente, dove i mercati sono saturi “ ci sono molti nuovi players, la maggior parte provvengono da upper classes. Questo è un trend in netta crescita. E' un gioco che piace molto ai manager (presidenti e amministratori delegati) di grosse aziende. Ne ho incontrati parecchi, molti me li ha presentati mio padre: sono giocatori accaniti di poker che conoscono poco la strategia". E i professionisti possono andare a nozze...

I trend dei giocatori medi cinesi sono sotto la luce del sole: Se hanno gli assi, vogliono indurre tutti a foldare, così fanno scommesse sempre sproporzionate pre-flop, per paura di essere scoppiati. Ho assistito ad all in con oltre 100 bui. Hanno un loro gergo particolare e per loro flush è gold, oro”. raymond-wu

Per gli uomini d'affari, il poker è un hobby che va per la maggiore: “Io giocavo - racconta Wu - al college per fare qualche soldo, da professionista il profitto è sempre stato naturalmente un mio obiettivo. Queste persone hanno un portafoglio profondo e anche se perdono si divertonoIl loro target non è quello di fare soldi".

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Raymond Wu conclude: “C’è comunque una grande richiesta di informazioni sul gioco, molta gente ha voglia di imparare. In Cina poi tutto ha un fascino particolare perché a volte al tavolo entrano in gioco le superstizioni. Molti amano proteggere le chips e le carte con noci, preziosi pezzi d’antiquariato”.

“Un'altra peculiarità che è interessante raccontare è che i players si dividono in squadre che rappresentano città o province. Viaggiano sugli stessi pullman per raggiungere la location del torneo e indossano le medesime magliette e distintivi. Non a caso a Pechino c'è stato un evento dedicato propio ai poker team, tutti con i loro brand e le loro uniformi”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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