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Barry Greenstein: “nell’estate del 2003 vinsi 5 milioni a Las Vegas”

[imagebanner gruppo=pokerstars] Era l'estate del 2003 e Chris Moneymaker aveva vinto da poco più di un mese il Main Event WSOP e 2.500.000 $ dopo essersi qualificato grazie ad un satellite online su PokerStars, investendo pochi dollari. E' l'inizio della favola, in pochi mesi, il poker diventerà un fenomeno di massa negli States e il fenomeno contagerà, negli anni seguenti, anche il Vecchio Continente.

A Las Vegas spirava la consueta aria di follia. Il ricco imprenditore californiano Barry Greenstein (azionista di riferimento di Symantec, la software house nota per aver sviluppato l’antivirus Norton) si era fermato sulla Strip per partecipare al Big Game, l’eccitazione era palpabile dopo l’impresa del contabile di Atlanta.

D’altronde il buon Barry, da più di dieci anni, era sulla cresta dell'onda in Nevada, molto popolare tra i giocatori, soprattutto per i risultati eccezionali rimediati alle WSOP e nei principali tornei del circuito nord americano.

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Barry Greenstein al Commerce di Los Angeles durante il LAPC

Nello stesso Main storico - vinto da Moneymaker - era arrivato 49esimo. Il bankroll non gli mancava, inevitabile - di conseguenza - la sua partecipazione al Big Game, la partita cash più interessante e ricca della Strip, riservata solo a pochi eletti.

In genere l'action avveniva sempre alla Bobby's Room (fino al 2009 l'ombelico dell'action di Las Vegas), la stanza high stakes del Bellagio. E in una recente intervista rilasciata a PokerNews, Barry Greenstein ricorda quei giorni e, per la prima volta, racconta del suo rush incredibile.

Il player di PokerStars era stato invitato più volte a Las Vegas negli anni precedenti, dal mitico Bryan W. "Sailor" Roberts, leggendario gambler, compagnio di vita e di giochi di Doyle Brunson e Amarillo Slim. I tre avevano “ripulito” le vecchie bische del Texas, rischiano in più di un’occasione anche la vita. Sailor, dopo averlo sfidato in California nel Lowball, lo spronò più volte a fare visita al Nevada.

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Proprio per Texas Dolly, Sailor è stato il secondo giocatore di cash game più abile della storia della Strip, dietro al “marziano” Chip Reese, riconosciuto da tutti i membri della old school, imbattibile nei giochi high stakes.

Barry Greenstein si è trovato a tavolo proprio contro tre mostri sacri come Doyle Brunson e Chip Reese.

Gli aneddoti su quella partita si sprecano, visto la presenza di personaggi leggendari. Con queste premesse, Greenstein potrebbe apparire come la vittima sacrificale di questa storia ed invece il finale è a sorpresa e lo svela lo stesso giocatore californiano.

Dopo quasi 12 anni, il vecchio Barry rivela: “vinsi la bellezza di 5 milioni di dollari, riuscendo a battere tutti in quella magica estate”. Chissà cosa avrà pensato Doyle dopo aver ascoltato queste parole. Chissà quanti ricordi.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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