Leon Tsoukernik ha fatto il suo debutto in grande stile a Las Vegas. Il proprietario del King's Casino, che vanta un patrimonio di svariate decine di milioni di euro, si è presentato per la prima volta a Sin City in pieno clima WSOP per partecipare ai tornei high roller e soprattutto organizzare partite di cash game altissime.
Leon ha affittato un intero piano del Rio Casino per sé e la sua famiglia, ma ha anche fatto allestire un tavolo di poker con un dealer a disposizione ventiquattrore su ventiquattro. La sua semplice presenza ha attirato le attenzioni di tutti i cashgamer high stakes di Las Vegas, convinti di poter avere la meglio sul ricco businessman ceco. Tra coloro che hanno bussato alla sua porta, come abbiamo già riportato, c'era anche Dan Bilzerian.
Chi era convinto che sarebbe stato un gioco da ragazzi spennare Tsoukernik si è però dovuto ricredere. Se è vero che Leon è un giocatore amatoriale, è altrettanto vero che non ha paura di nessuno. Sia al tavolo, sia nelle questioni che non riguardano esclusivamente il gioco, come ha dimostrato nel corso del Super High Roller Bowl da $300.000 di buy-in dell'Aria Casino.
In questo importantissimo torneo, Leon ha chiuso in quarta posizione per 1.8 milioni di dollari. Parallelamente non si è fatto alcun problema ad attaccare duramente Justin Bonomo per il suo comportamento, oggettivamente scorretto.
Cosa è successo? Molto semplicemente, Justin non ha voluto mostrare le sue hole cards alle telecamere del tavolo. Dalla prima all'ultima mano giocata al tv table, ha sempre guardate le carte facendo molta attenzione a non mostrarle all'obiettivo. Questa circostanza ha indispettito tutti i presenti, ma soprattutto Tsoukernik, che ha affrontato Bonomo faccia a faccia. Successivamente, nel corso del podcast di Joey Ingram, ha ribadito la sua opinione sul professionista americano.
"Justin è solo un bambino, deve ancora imparare tante cose sulla vita", ha dichiarato. "Diamogli altri dieci anni e cambierà. A quel punto capirà. Cos'è successo? Non voleva mostrare le sue carte. Gli organizzatori hanno speso 1.5 milioni di dollari per produrre questo show e lui non voleva mostrare le carte".
Per Tsoukernik non è solo una questione di sportività, ma anche di mancanza di rispetto verso chi ha investito tanto nella produzione del Super High Roller Bowl. Un aspetto che lui conosce bene in quanto proprietario di un casinò che sta puntando fortissimo sul poker con dirette streaming di tornei e cash game.
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"Ci sono decine se non centinaia di migliaia di persone che guardano lo show in diretta ma poi arriva un "pro" (Leon mima le virgolette su questa parola, ndr) a dire che non vuole mostrare le carte. Io ho preso un volo dall'Europa per partecipare a questa partita, poi arriva il pro americano che non vuole mostrare le carte".
Leon ha parlato anche del motivo per cui Bonomo non voleva che le sue carte fossero visibili al pubblico: "Non voleva mostrarle perché per lui c'erano troppi soldi in ballo. Questa era la sua scusa. Io gli ho detto che era ingiusto, che secondo me doveva essere squalificato se non mostrava le carte. Io mostro le mie, tu devi mostrare le tue. Alla fine, penso che sia solo un bambino. Deve acquistare un po' di esperienza nella vita reale".
Ingram ha chiesto a Tsoukernik se la vera motivazione di Bonomo non fosse un'altra: forse temeva che qualcuno barasse ricevendo comunicazioni sulle carte scoperte da un complice all'esterno della poker room? Su questo aspetto, Leon è chiaro: "Io sono una brava persona. Le brave persone non hanno questi sospetti. Il tavolo era sicuro, l'ambiente era sicuro, tutti erano lì per garantire la sicurezza del gioco. Tutti hanno giocato dando il massimo. Anche Justin lo ha fatto: ha giocato bene, ha chiuso settimo ed è andato a premio. Congratulazioni a lui..."
Leon Tsoukernik ha chiuso il discorso con la certezza che Bonomo si renderà conto di quanto fosse nel torto: "Ho pagato i $300.000 del buy-in di tasca mia, ma per me i soldi erano un aspetto secondario. Sono venuto fin qua per lo show. Ho preso un aereo dall'Europa per partecipare a questo evento, poi Justin ha deciso di rovinare tutto. Me lo rimborsa lui il mio biglietto di prima classe per Las Vegas? In ogni caso, so che tra dieci anni mi dirà che ho ragione. E mi chiederà scusa".