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Poker e tasse: fisco USA a caccia dei players di Full Tilt

tasse-poker-usaJeff Ifrah, avvocato di Ray Bitar e di Full Tilt Poker, si è dichiarato preoccupato nei confronti dei rimborsi che il Dipartimento di Giustizia USA (DoJ) dovrà garantire ai players americani. Il legale, non è il solo a temere una probabile azione da parte della IRS, la temibile agenzia delle entrate federale.

In base all’accordo tra Bernard Tapie e i procuratori di New York, il cash-out sui conti dei clienti statunitensi sarà gestito dal Doj stesso. Negli States quindi i giocatori saranno costretti a inoltrare richiesta al Dipartimento. Per i giocatori europei invece sarà il sito a garantire la restituzione diretta dei fondi.

Ifrah è chiaro: “i players hanno bisogno di essere incoraggiati a presentare le loro domande. Molti di loro sono preoccupati per l’azione dell’IRS”. L’operazione di cash out si prospetta molto complicata per parecchi clienti della red room; il pericolo di un’azione dell’agenzia fiscale federale è elevato secondo le valutazioni dell’avvocato di Washington.

“Il Governo – afferma Ifrah – creerà un fondo di ammortamento per i giocatori USA. Naturalmente non sono ancora chiare le modalità di cash out e come dovranno essere presentate le domande”.

L’esperta fiscalista, specializzata nel poker e gambling, Ann-Margaret Johnston lancia un allarme: “non mi piace che un assegno a me intestato sia inviato dal Doj. L’ironia è che ti stanno pagando per qualcosa che hanno dichiarato illegale loro stessi, ho molti dubbi. In tutti i casi le tasse sulle vincite vanno pagate. L’IRS può sapere tutto, non è raro che il Dipartimento di Giustizia e il fisco statunitense condividano le medesime informazioni”.

Sanford Millar, avvocato di Los Angeles e Commissario della Commissione consultiva di Diritto tributario dello Stato della California, ad aprile, aveva messo in guardia i players americani: “Qualsiasi residente negli Stati Uniti che rivendica un diritto sui propri depositi, deve aspettarsi un’indagine penale da parte del FBI e dell’IRS ”

Il legale californiano ha precisato pochi giorni fa: “il processo per la restituzione dei crediti non sarà né semplice, né veloce. I giocatori dovranno dimostrare il totale dei depositi e dei prelievi e la conformità fiscale con le leggi federali che permettono di pagare le tasse come giocatori professionisti. Le percentuali di prelievo dovranno essere calcolate sui redditi netti: vincite meno perdite. Il processo per un reclamo non sarà semplice: tutti i rischi devono essere considerati per coloro che vogliono avanzare una richiesta di cash out”.

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Persistono i dubbi sull’inchiesta: il fatto che il Doj abbia riconosciuto un accordo estremamente favorevole a Bernard Tapie (la multa da 1 milione si è trasformata in 80 milioni di dollari con il rimborso di solo la metà dei clienti) è un segno di debolezza. Se i procuratori avevano delle certezze granitiche sulle accuse mosse nei confronti dei quattro siti, avrebbero dovuto mantenere una linea più ferrea. Ma dai primi atti processuali e le risposte alle memorie difensive degli imputati hanno legittimato i dubbi su determinate accuse. I procuratori ritengono il poker un gioco d’azzardo solo in base ad una legge statale del 1800 e diverse considerazioni sono parse troppo deboli sotto il profilo legale.

Tutto questo però non cancella le leggerezze nella gestione commesse dai manager di Full Tilt Poker. In tutti i casi per i giocatori rimane il problema del rimborso e del passaggio obbligato al DoJ. Per questo motivo Chris Ferguson ha rivendicato i fondi confiscati che dovrebbero spettare a due società del gruppo: Kolyma e Vantage, per un totale di 98 milioni di dollari. “Soldi che erano in procinto di essere restituiti ai players”. Barry Boss, uno dei legali di Ferguson, è ottimista: “è probabile che la richiesta venga ritirata ma prima devono avvenire una serie di eventi, in primis dovrà essere ufficializzato l’accordo tra Doj e Tapie”.

La fiscalità nel poker è un aspetto sempre più attuale. Lascia il tuo commento!

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Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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