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Hellmuth attacca Negreanu e rivela ad Assopoker: “i tedeschi? Giocano con i soldi degli altri…”

Phil Hellmuth non può passare inosservato. Poco importa se il suo Big One for One Drop sia durato meno di un livello, nonostante i proclami e la voglia di rivalsa sugli astri nascenti del poker, perché qualsiasi cosa faccia o dica è sempre una notizia. Ecco la sua intervista, in esclusiva, dall’inviato di Assopoker alle WSOPE.

Riusciamo a scambiarci quattro chiacchiere mentre degusta una coppa di gelato seduto accanto al rail. Senza nemmeno porgli una domanda precisa, Phil comincia a dire la sua in merito alle voci che, specialmente negli ultimi tempi, tendono a screditarlo nonostante la miriade di successi conquistati nella sua brillante carriera. Lo fa partendo dagli albori, quando già a quei tempi aveva i suoi detrattori:

"Nel 1990 e 1991 dicevano che non sapevo giocare a poker, poi ho vinto un po' di cose e si sono ricreduti tutti. Nel 2001 mi dicevano che avrei fatto meglio a cambiare mestiere, poi ho fatto quello che tutti sanno e sono tornati ad acclamarmi come il migliore di sempre”.

Poker Brat sferra l'attacco nei confronti di Kid Poker:  “Nemmeno dieci anni dopo, precisamente nel 2008, Daniel Negreanu scrisse 83 blog a proposito di quanto scarso fossi a poker. Nel 2011 sono riuscito a fare 3 secondi posti vincendo il Player Of the Year e nel 2012 ho vinto un altro braccialetto, al che tutti si sono accorti dei miei record”.

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Hellmuth prosegue a ruota libera: “Dodici primi posti, 8/9 secondi e 50 final table su 100 ITM, praticamente uno su due. Nessuno è stato mai in grado di tenere questo ritmo. Sempre in quell'anno ho vinto il Main delle WSOPE e tutti a incensarmi e parlare di quanto fossi forte, di quanti record avessi infranto e del fatto che ormai fossi inavvicinabile per chiunque. Il secondo in classifica poteva vantare al massimo 3 braccialetti nell'Hold'em, io dodici, a cui va aggiunto quello dell'anno successivo: avevo fatto il vuoto. Passano alcuni anni in cui non vinco e quest'anno Negreanu mi attacca su Twitter. Ora ditemi voi: sono io che ci vedo male o la storia si ripete?"

Phil comincia ad addentrarsi nella spinosa questione che lo ha visto scontrarsi sia con Negreanu sia con la nuova generazione di poker player:

"Dal modo in cui mi ha attaccato via social avevo già capito le sue intenzioni e dove la conversazione sarebbe andata a parare. Allora sapete cosa ho fatto? L'ho manipolato per motivarmi. Gli ho fatto sputare fuori una lista di 40 nomi, lista a cui darò uno sguardo nel 2024 per vedere cosa avranno vinto questi ragazzi e cosa avrò fatto io. Daniel dice che ho mancato di rispetto agli altri giocatori ma non è vero: io rispetto sempre tutti nonostante al tavolo whini di continuo. E' lui che invece manca di rispetto a me, io non l'ho mai criticato per il suo gioco, mai attaccato. Sono troppo smart per farlo".

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Da Negreanu l'attacco si dirige sui nuovi fenomeni del poker mondiale, in particolare sul gruppo di tedeschi che sta dominando la scena high roller:

"Questi ragazzi giocano 40 high roller all'anno, sono stakati da milionari e giocano al 10/20% massimo. Uno dei tedeschi, di cui non faccio il nome, da poco ha vinto un torneo enorme e aveva soltanto il 2% di se stesso! Stanno sempre a parlare di quanto siano bravi ma giocano coi soldi degli altri”.

Phil Hellmuth ha presentato il suo nuovo libro

Il buon Phil prosegue la sua invettiva contro i tedeschi:

“Tutti lo sanno ma se ne parla pochissimo, anche se ci sono molte altre persone come me a cui la situazione risulta indigesta. Ora stanno cominciando a salire nella all time money list e tanti giocatori che hanno fatto la storia del poker, nel vederli così in alto, rimangono basiti: non meritano di stare in testa alla classifica".

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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