Patrik Antonius è uno dei volti noti del poker ad aver preso parte a più riprese alle partite di cash game high stakes di Macao: molto è stato detto al riguardo, ma non sempre in modo veritiero, e così il finlandese ha recentemente fatto chiarezza su alcuni episodi.
Anzitutto, non sarebbe mai stato bannato dalle partite della cittadina asiatica: "Questa voce l'ha messa in giro Rui Cao, a cui avevo vinto circa 800.000 dollari online, ma per me può dire quel che vuole. La realtà è che, quando le partite diventano davvero alte, spesso sono semplicemente al completo".
Altro mito da sfatare è quell'indiscrezione circolata in novembre, secondo cui era stato addirittura Guy Laliberté a impedirgli di sedere ad un tavolo dai limiti particolarmente alti: "Si è trattato di un altro paio di persone, ma non farò nomi - spiega Antonius - mi era stato assicurato che avrei avuto un posto, altrimenti non me ne sarei venuto dall'Europa in un posto tanto isolato. Una volta scoperto che non potevo giocare ero furioso, e per poco non ho fatto scoppiare un macello...".
Secondo quanto racconta Patrik, i giocatori locali sono quelli che dettano le regole, il che impone spesso ai giocatori di esporsi a maratone massacranti: "Non gli importa se sei più bravo, ma vogliono che giochi con loro a lungo, in sessioni anche da venti ore. Non amano chi se ne va dopo aver raddoppiato, ma neppure chi si alza troppo presto, anche se è in perdita. Essere costretti a giocare tanto a lungo credo ti faccia sentire peggio che bere o drogarti".
E non è tutto. Oltre a dover giocare quasi sempre No Limit Hold'em, esistono anche regole precise sulla composizione del tavolo: "Non ti consentono di sederti quando sono presenti i giocatori veramente scarsi. Di solito ci sono tre grossi nomi, cinque regular locali ed un fish, che però a meno che non inizi a perdere in modo pesante di solito non è così male. L'atmosfera è sempre rilassata e le mani vengono giocate aggressivamente, nell'arco di una settimana si possono perdere anche dieci milioni".
Swing a cui il finlandese si è dovuto abituare fin da subito: "Nella mia prima, interminabile sessione persi un piatto da un milione di dollari, ma poi ne vinsi uno da quattro milioni. In totale credo di aver giocato oltre 350 ore e di essere grossomodo in pari per quanto riguarda il poker, mentre risulto in vincita considerando alcune grosse scommesse che abbiamo fatto sulla composizione dei board, il che dimostra quanto la partita da quelle parti sia difficile. Ho molto rispetto per chi la frequenta".
Il che, ovviamente, non gli impedirà di sedercisi di nuovo a fianco per cercare di sottrargli quanti più soldi possibili...