C'è un pericoloso effetto spread anche nel poker online ed AAMS sembra consapevole dei delicati equilibri del mercato: per questo motivo i responsabili di piazza Mastai sono scesi in campo per difendere il modello italiano da eventuali brutte sorprese o cambiamenti inopportuni nell’e-gaming. In Parlamento è in discussione il testo di Delega Fiscale per il Governo, al fine di riformulare la tassazione nell’intero comparto del gioco pubblico italiano.
I responsabili dei Monopoli di Stato mettono in evidenza come siano stati recuperati (dal circuito estero) ben 136 milioni di euro in un anno, dall’ introduzione dei nuovi giochi (cash game e casinò online).
L’occasione per sottolineare l’efficacia della nuova tassazione è la consueta relazione mensile sui dati di mercato del gioco online (rispetto ad agosto 2011 si è registrato un -41% della spesa nel cash game). Leggiamo il commento di AAMS riguardo l'intero comparto:
“La regolamentazione delle nuove categorie di giochi a distanza nel luglio 2011 (c.d. “poker cash” e “casinò”), non si è tradotta unicamente in un aumento della spesa (+12,0% nei primi otto mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, equivalenti a 53,1 milioni di euro), ma ha comportato una variazione sensibile della composizione della domanda. In particolare, i soli giochi di abilità (“poker a torneo”), nei primi otto mesi del 2011, rappresentavano il 45,7% della spesa complessiva in giochi a distanza, mentre nello stesso periodo del 2012, i giochi di abilità, unitamente ai nuovi giochi citati, hanno rappresentato il 68,2% della spesa”.
- Poker online + casinò e skill games: 68,2% (45,7% nel 2011)
- Scommesse sportive 21,5%
“In generale si conferma l’orientamento delle preferenze del pubblico sulle due categorie più popolari (giochi di abilità/poker/casinò e scommesse sportive), che insieme rappresentano, nei primi otto mesi del 2012, ben l’89,7% della spesa in giochi a distanza (aggiungendo il bingo si arriva al 95,5%) e che meglio si prestano alla fruizione “on line”. Per le restanti categorie, continua a prevalere invece l’abitudine alla fruizione “fisica”.
I soli giochi di abilità, rispetto ai primi otto mesi del 2011, scendono dal 45,7 al 21,1% della spesa complessiva. In altre parole, la spesa in giochi di abilità è calata di 97,9 milioni di euro, mentre la maggiore spesa in poker cash è di 146 milioni e quella in giochi da casinò è di 87,9 milioni. Il saldo netto per i primi due quadrimestri, dunque, è: (146 + 87,9 – 97,9) pari a 136 milioni di euro.
Si tratta di 136 milioni in larghissima parte recuperati al circuito illegale, ovvero precedentemente spesi da giocatori residenti in Italia su siti di gioco sprovvisti di qualsiasi licenza, o autorizzati in altre giurisdizioni ma non nel nostro paese.
La nuova composizione della spesa, per inciso, ricalca fedelmente quella riscontrabile nel mercato internazionale, con la sola eccezione dei giochi da casinò, che, in attesa del completamento del prodotto, previsto per il mese di dicembre 2012, rappresentano all’estero una porzione sensibilmente più elevata della spesa dei giocatori.
Il consistente recupero di gioco irregolare è stato reso possibile grazie alla differenziazione del modello di imposizione fiscale sui giochi a distanza, tale da renderlo compatibile con le caratteristiche tecniche dei diversi giochi. In particolare, con il decreto legge n. 39 del 2009, è stata introdotta, per la prima volta nell’ordinamento italiano, l’imposta del 20 per cento sulla raccolta netta (raccolta meno vincite), sui giochi “poker cash” e “casinò”, mentre è rimasta invariata l’imposta del 3 per cento sulla raccolta per i giochi di abilità (tornei e sit and go, ndr).
Il payout (percentuale delle somme giocate che vengono restituite ai giocatori in vincite) dei giochi citati è molto differente: circa 88% per i giochi di abilità; oltre il 97% per poker cash e casinò. Anche in questo caso tali valori corrispondono sostanzialmente a quelli riscontrabili sui siti irregolari
Il modello di tassazione adottato è l’unico che permette l’offerta di versioni “legali” di questi giochi che abbiano payout concorrenziali con quelli non regolamentati. Un diverso modello comporterebbe necessariamente l’abbassamento dei payout e,conseguentemente, una sorta di “fuga dei capitali” dei giocatori verso i siti non autorizzati, anche se legittimi in altre giurisdizioni.
La positiva esperienza italiana nella complessa attività di regolamentazione dei giochi on line, e in particolare l’adozione di diversi e nuovi criteri di tassazione, rappresentano un modello a cui diverse altre giurisdizioni europee si sono ispirate o si stanno ispirando, sia per quanto riguarda l’apertura dei rispettivi mercati, sia per la revisione delle regole esistenti”.
- Cash game: raccolta agosto 2011: 894,1 milioni
- Cash game: raccolta agosto 2012: 558,7 milioni
- Cash game: spesa agosto 2011: 24,1 milioni
- Cash game: spesa agosto 2012: 14,2 milioni
I dati sulla spesa e la raccolta nel cash game di agosto 2012 (-41% rispetto allo stesso mese del 2011) sono in netto calo: il nostro dubbio è che l’effetto spread in questo primo anno si sia già fatto sentire (in parte) anche con l’attuale sistema fiscale, seppur gli effetti della crisi economica (e una minore capacità di spesa degli italiani verso l'intrattenimento) si sentono. Cambiare ed elevare la tassazione – in questo contesto – vorrebbe dire compromettere i fragili equilibri del poker online italiano e dell’indotto fiscale che ne consegue.