Abbiamo scoperto quali possono essere le conseguenze dell’effetto spread nel poker online e nei mercati regolamentati (Francia in prims). L'evidente differenza di tassazione tra i paesi del Vecchio Continente inoltre rappresenta un ostacolo effettivo alla liquidità internazionale ed alimenta forti contrasti ed instabilità all’interno del mercato dell’Unione Europea.
Inutile dire che questa differenza rende la rete dot com più competitiva: per questo motivo i Governi europei devono mantenere un livello di tassazione equilibrato per non veder compromettere la liquidità dei principali mercati (Italia, Spagna e Francia in testa).
Analizziamo quali sono le aliquote ed i sistemi di tassazione che vengono applicati dagli enti regolatori continentali.
Cash game
In Italia, come in Spagna, Danimarca e Gran Bretagna, le tasse nel cash game vengono calcolate sul profitto della room, in altre parole sul rake lordo (la commissione sul piatto che viene trattenuta dalla casa da gioco). Confrontiamo le aliquote dei principali mercati nel cash game:
- Gran Bretagna 15%
- Italia 20%
- Spagna 25%
- Danimarca 25%
- Olanda 29%
- Germania* 20%
- Bulgaria 15%
Francia
In Francia invece il sistema di calcolo è differente e l’aliquota del 2% si applica sui volumi di gioco (direttamente sul pot). Pertanto il livello di tassazione sul rake varia in media dal 35% al 40%, ma in alcuni casi può raggiungere il 42%. Proprio per questo motivo gli operatori sono in crisi e stanno fuggendo dal mercato e un buon 50% dei giocatori professionisti ha già cambiato residenza, non essendo un sistema sostenibile per nessuno e in questo caso l’effetto spread si sente. Inoltre l’agenzia delle Entrate transalpina vuole ulteriormente tassare i pro sui redditi annui.
- Francia 2% sul pot (equivale a 35%-40% sul rake)
Tra gli enti regolatori dei paesi appena menzionati però la differenza è minima, visto che oltretutto stiamo parlando di “mercati chiusi” per legge (Italia) o di fatto (Francia e Spagna accettano gioco dai residenti europei ma la tassazione è poco attrattiva). Su questi tre ultimi mercati inizia poi ad evidenziarsi un problema di liquidità, per questo motivo è allo studio la creazione di un’unica piattaforma di gioco interstatale.
Liquidità internazionale
In Belgio, i residenti possono giocare sulla rete internazionale (attraverso i siti autorizzati), ma i players devono pagare il 50% del loro reddito se superano la soglia dei 35.000€. Anche la Danimarca è aperta alla liquidità estera ma la tassazione è pesante (25% sul rake).
Effetto spread
Se ragioniamo solo in termini di “spread”, i principali mercati europei devono tenere conto della “concorrenza”, in particolare di Malta, Gibilterra, Alderney (AGCC) e dell’Isola di Man, dove gli operatori si sono trasferiti in massa, visto che possono godere di sistemi a loro molto favorevoli. C'è da dire che in Italia, le principali rooms hanno fatto grossi sacrifici in questi anni per mantenere un livello di rake accettabile, compatibilmente con la tassazione proposta.
Scenari futuri
Parlando però in termini generali ed in prospettiva futura, considerando la concorrenza internazionale sempre più forte, i principali mercati nazionali dovranno rendere il più attrattiva possibile l' offerta, mantenendo un certo equilibrio a livello fiscale e non solo. Sarà fondamentale garantire una buona liquidità e una maggiore tutela del consumatore.
Concentriamoci in questa sede ad esaminare e ragionare solo in termini fiscali e tralasciamo – per un momento - gli aspetti non secondari di sicurezza, nonché di liceità o meno di queste offerte di gioco nei confronti dei residenti di Italia, Francia, Spagna etc.
LGA Malta
Iniziamo da uno degli enti più in vista ed in rapida ascesa: Lotteries and Gaming Authority (LGA) di Malta che rappresenta quasi il 25% del gioco online mondiale. E’ riconosciuta e legittimata dal Governo inglese ed è inserita nella White List di Londra anche se nel Regno Unito cambierà a fine anno (2014) la normativa: di conseguenza, le società "maltesi" dovranno operare con licenza UK per accettare gioco dai residenti britannici. Stesso problema l'avranno le compagnie autorizzate a Gibilterra. Negli ultimi anni, l’isola mediterranea è diventata meta per molti professionisti francesi ed anche statunitensi (dove non è possibile giocare) ma soprattutto di oltre 600 operatori. Il paese è membro dell’Unione Europea ed è stato uno dei primi a regolamentare il gioco a distanza.
Oltre a presentare un sistema fiscale attrattivo per tutte le imprese di ogni settore dell’economia, nell’e-gaming le aliquote sono alquanto basse rispetto alle altre nazioni. Per operare nel poker online, è richiesta una licenza class 3 (class 4 per la gestione dei network) e si applica un 5% sul “real income”, in poche parole si tratta del profitto netto (rake lordo – bonus - spese per gestione pagamenti), più un canone fisso mensile. Il licenziatario non può pagare oltre i 460.000€ l’anno di tasse.
Gibilterra
Vi è poi Gibilterra, dove le società sono tenute a versare l’1% calcolato sul 'giocato' (che nel cash game equivale all’1% del pot e negli Mtt l'1% del buy-in) più un canone mensile ma con un tetto massimo annuale di 425.000 sterline. Il vantaggio più tangibile è che non vi sono ulteriori obblighi dichiarativi su plusvalenze ed altre forme di reddito o ricchezza.
Isola di Man
Un altro ente di un certo spessore che influisce nelle dinamiche del mercato europeo, è l’Isola di Man, altro protettorato britannico che rientra nella White List. Il canone di concessione annuo è di 35.000 sterline, più l’1,5% sul fatturato se i volumi sono inferiori a 20 milioni di sterline. Se si supera tale soglia però vi è un bonus. Sono previste inoltre importanti agevolazioni se non si accetta gioco dai residenti dell’Isola.
Fine seconda parte - continua
Poker online: l'effetto spread nel cash game europeo (prima parte)