In Cina il gioco d'azzardo è illegale eppure il 2,5% dei giocatori di poker online sono cinesi, nonostante i divieti imposti da Pechino. Per la prima volta si sta disputando nell'immensa nazione asiatica un torneo live di texas hold'em: si tratta del World Poker Tour di Sanya.
La tappa è organizzata da Bwin-Party (proprietaria del noto brand) e dalla società locale Pechino Ourgame.com, nella splendida location del resort MGM Grand. E’ stato possibile disputare l’evento grazie ad una deroga speciale delle autorità provinciali che considerano il poker come una disciplina sportiva.
Con questo escamotage è stato quindi possibile organizzare il WPT che ha accolto ben 530 giocatori. Presente anche Phil Hellmuth, una vera celebrità da quelle parti. Poker Brat è in buona compagnia insieme ad altre stelle come McLean Karr, Winfred Yu, Jonny Chan e David Chui.
Il futuro del poker è la Cina? Difficile, nonostante la discreta presenza in rete. Ad eccezione degli Stati Uniti (dove non è più possibile giocare), la nazione più rappresentativa è in questo momento la Germania (10%): i tedeschi sono il quadruplo rispetto ai cinesi nonostante una popolazione nettamente inferiore.
In tutti i casi, il poker non è amato come altri giochi: i cinesi fanno follie soprattutto per il baccarat e i giocatori più accaniti sbarcano spesso a Macao dove spendono ai tavoli cifre pazzesche, nonostante non sia possibile esportare fuori dalla Cina più di 50.000 dollari. I gamblers high roller però aggirano i divieti grazie a discussi intermediari, meglio noti come junker, che contribuiscono ad alimentare i fatturati da favola dei casinò di Macao.
Nelle ultime settimane però Pechino sta attuando un piano anti corruzione e riciclaggio ed ha arrestato molti operatori.