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Triple Threat, la nuova sfida di Alessandro Pichierri: "Ne ho già vinti cinque!"

Nella galassia sempre in evoluzione dei tornei di poker online, da un po' di tempo circola un nuovo "pianeta". Si chiama "Triple Threat" ed è una modalità di torneo che riscuote molto successo su PokerStars.com. In particolare, è una modalità con cui si trova alla perfezione uno dei nostri grinder più continui sulla room internazionale della picca rossa: Alessandro Pichierri. Il 25enne brindisino, trasferitosi da qualche anno a Malta, ha vinto ieri per l'ennesima volta un Thriple Threat.

Lo screen pubblicato da Alessandro Pichierri, che con questo Triple Threat ha vinto più di 6.150$

Triple Threat: cosa è e come si gioca

Vediamo di capire innanzitutto di cosa si tratta. Il Triple Threat (letteralmente "tripla minaccia") è un ibrido molto interessante: No Limit Hold'em Turbo, Progressive KO, in modalità Zoom e in tavolo da 3 giocatori. Una caratteristica, quest'ultima, che si sposa bene con le dinamiche degli spin and go. Ma non troppo, come ci spiega Pichierri stesso.

Alessandro Pichierri racconta il suo Triple Threat

Ciao Ale e complimenti per il successo. Quanti ne hai vinti, di questi tornei?

Grazie, credo di essere almeno a 5 con questo.

Il fatto di essere 3-handed lo rende adatto a chi gioca molti spin and go?

Non troppo, perché si gioca molto più deep, sia nella fase iniziale che in late stage. Le dinamiche sono più assimilabili a quelle degli MTT.

Forse ci sono più affinità con i classici tornei KO?

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Sì, come dinamiche in generale sì ma è più equilibrato. Intendo dire che qui giochi contro tutti i giocatori presenti al torneo (la modalità Zoom fa saltare i giocatori da un tavolo all'altro dopo ogni mano, ndr). Nei tornei KO normali, invece, devi essere fortunato nei redraw in late stage.

I tavoli diventano fissi solo 6 left, mentre 4 left si formano due tavoli heads up e il final table si ha quando viene eliminato il primo giocatore da uno di questi due HU.

A livello di edge pensi che i Triple Threat abbiano più margine rispetto ai tornei classici e a quelli KO?

Sicuramente c'è più margine rispetto ai KO, ma anche in generale rispetto ai MTT classici. In generale, nei tornei, minore è il numero dei giocatori al tavolo e maggiore è la fatica che fanno a interpretare il gioco. Molti reg già fanno fatica a giocare un torneo 6-max, figurati 3-max.

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Che numeri fanno questi tornei? A naso sembrano MTT che i regular evitano, perché con ritmi troppo più intensi rispetto a quelli classici.

179 il mio ma era da 215$, la versione da 22 dollari arriva anche a 1400-1500. Sì è così, molti li evitano proprio per non compromettere l'equilibrio nel multitabling. Io comunque sono uno che difficilmente va oltre 15x, quindi non mi infastidisce più di tanto.

In genere so che, quando decido di giocarlo, il Triple Threat ruberà un po' di focus ad altri tornei. Ma quando sei in fase iniziale di un MTT classico sei spesso in pilota automatico, quindi non influisce molto.

Ma se i regular tendono a disertare questo torneo tu come mai lo giochi sempre? Anzi scusa, forse lo fai proprio per quello...

Sicuramente è un torneo messo in palinsesto per puro divertimento, infatti è l'unico giornaliero di questo tipo. So che agli amatori piace, ma nella mia scelta di giocarlo c'entra poco il fatto della presenza o meno di reg. Alla fine so che questo è pur sempre un gioco, io lo amo e non voglio perdermi le parti più divertenti.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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