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Tornei KO e tornei Freezeout. Frenesia o attesa?

Per molti giocatori di tornei, il grinding quotidiano può apparire come un continuo saliscendi di montagne russe lungo delle ore interminabili e con pochi tempi morti.

Se state cercando una tipologia di torneo che aumenti ancora di più l’adrenalina e renda ancor più piccante la vostra sessione, il “Progressive Knockout" è certamente il torneo che fa per voi. 

In questi tornei si guadagnano dei soldi non solo per essere arrivati tra i primi nel momento della propria eliminazione, ma anche quando si ha avuto la bravura, o la fortuna, di aver eliminato qualche avversario. 

Nella parte iniziale di questo “cammino”, ciascuna di queste eliminazioni  varrà una taglia piuttosto piccola, rappresentata dalla metà del Buy-In, della quale una ulteriore metà andrà ad implementare quella che è invece la vostra taglia personale. 

 

Riduzione della varianza 

Molti dei giocatori professionisti, o almeno coloro i quali che prendono sul serio il poker, lo amerebbero ancora di più se la fortuna avesse un’incidenza ancora inferiore. 

Va da sé che la fortuna rimane un ingrediente fondamentale, intanto per integrare le proprie conoscenze, dovendo fare i conti con essa e poi per attirare i nuovi giocatori che possono vincere un torneo pur non avendo nessuna esperienza.

La ragione per la quale i tornei PKO sono meno volatili sta nel fatto che manca la “cultura del tutto o niente” presente in un normale freezeout nel quale devi solo pensare ad arrivare in fondo. 

Questo significa che le tue Bad Run potranno essere in un certo modo ammortizzate dagli scalpi che riuscirai a raccogliere durante il tuo percorso. 

Il risultato di questa diminuzione della varianza si concretizza, tra gli altri vantaggi, in quello di poter giocare con stack più alti rispetto ad altre tipologie di torneo. 

I professionisti consigliano di giocare con 150-200 BI rispetto al proprio Bankroll per i tornei normali, mentre sono un po’ più morbidi sul rapporto coi PKO, il cui rapporto si abbassa a 100-150. 

“Gire” più movimentate 

I tornei tradizionali vanno tutti nella stessa direzione, il viaggio può essere divertente, certo, ma è anche facile spegnersi se le cose non vanno come si spera.

I PKO mantengono invece l’attenzione sempre viva, può sempre capitare di giocarsi un piatto con delle taglie importanti. 

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Questa attenzione sempre alta ti servirà anche da allenamento quando tornerai a giocare i tornei freezeout.  

Essere deep stack

La sensazione di essere “gli sceriffi” del tavolo quando siete il chipleader, nei KO è ancora più forte quando sei tu a poter eliminare del torneo i tprogressiveuoi avversari conquistando la loro taglia e non viceversa. 

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Questo porta a rubare una maggiore quantità di bui, allargare i range e aprire anche da early position. 

La late stage

Se sarai abbastanza bravo o fortunato da giocare un tavolo finale di un torneo di questa specie, ti accorgerai molto presto che esso sarà molto diverso da un Final Table freezeout. 

I tuoi occhi non saranno concentrati solo sul Payout, ma anche e soprattutto sulle taglie che pendono sulla testa dei tuoi avversari e dovrai fare molta attenzione a quella che invece pende sulla tua. Le qualità di un giocatore di poker vanno sempre soppesate nella loro interezza e non sui singoli argomenti. Variare le discipline può essere sempre una buona mossa per affrontare tutte le situazioni.

 

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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