
Tutti aspettavano Umberto Calabrese, che era il giocatore con le più alte credenziali tecniche e anche il chipleader, al tavolo finale dell'IPO San Marino. Invece il campano si è dovuto accontentare “solo” del secondo posto, per fare spazio a un notaio 33enne che non giocava un torneo live da una decina d'anni. Il trionfo di Salvatore Napolitano è tra i più sorprendenti degli ultimi tempi e va a premiare un personaggio davvero singolare.
Chi vi scrive conobbe “El Guapo” (nickname che Napolitano usava sul forum di Assopoker) oltre 10 anni fa, in uno dei raduni che ogni tanto si organizzavano per fare incontrare live persone che erano unite da una passione canalizzata quasi solo online. Era ancora il tempo in cui si poteva entrare in un circolo di poker senza timore di un blitz delle forze dell'ordine, o di venire schedato come un criminale.
Allora Salvatore era un fresco laureato in giurisprudenza, lo ritrovo oggi con una professione avviata da notaio e un rapporto molto più episodico con il poker, che comunque non gli ha impedito di vincere uno dei tornei live più desiderati dagli italiani.
Che mondo del poker hai ritrovato, dopo tutti questi anni?
Beh, innanzitutto ho trovato un mondo più adeguato alle sue possibilità. Una volta i buy-in medi erano follemente alti, rispetto alle possibilità dei più. Oggi direi che corrispondono molto meglio alla realtà e infatti il clima che ho trovato era sicuramente più rilassato, rispetto a quando la norma era giocarsi tornei da 2 o 5mila euro. Anche al tavolo non ho visto grosse differenze, a parte qualche ragazzino più aggressivo. Purtroppo non è cambiato nulla nemmeno durante le pause, anzi oggi – se possibile – sento raccontare ancora più mani di una volta.
Ma come ci sei finito, a giocare questo IPO?
Abbastanza per caso, diciamo per un singolare “baratto” che ho deciso di accettare. Certo non potevo aspettarmi tutto quello che sarebbe successo.

Proviamo a ricapitolare: chipleader a fine day 1, quasi chipleader a fine day 2, arrivi al final day da short ma riesci in qualche modo a fare top 3. Quindi, dopo avere stretto un deal, arrivi in heads up da sfavorito ma vinci. Manca qualcosa?
Ad esempio manca che domenica notte alle 3, finito il day 3, ho preso la macchina e sono ripartito per Foligno. La mattina alle 9 avevo la stipula di due atti in studio, quindi ho dormito un'ora scarsa e mi sono presentato al lavoro. Finito alle 11 e mezza, ho ripreso l'auto e sono ripartito per San Marino, dove mi aspettava un final day terminato poi come sappiamo, alle 4 e mezza di notte...
Eppure nell'heads up non sembravi tu, quello più stanco!
Calabrese è un ottimo giocatore e sicuramente era più preparato di me ma dopo che gli ho preso quel 6 al turn, che mi ha fatto raddoppiare A6 vs AJ suo, si è come spento. L'ha accusata tantissimo, così ho deciso che lì avrei provato a giocarmela seriamente. Del resto l'heads up è la dimensione a me più congeniale, quella con cui ho iniziato e che ho sempre preferito, fin dai tempi in cui railavo Darietto Minieri su ps.com.

La mano con 92 ha cambiato tutto, però.
Sì, ma rientra in quelle circostanze in cui semplicemente scendono le tue. Così come sarebbe disonesto affermare che ho chiuso tra i chipleader day 1 e day 2 senza carte, non sarebbe proprio possibile. Al final day invece non ho letteralmente visto una monster, niente AA, KK, QQ o JJ. Però non posso lamentarmi, dai. E poi non dimentichiamo che io nasco e rimango un giocatore di cash game, che ama giocare postflop e che in vita sua avrà fatto quattro 4bet preflop.
Quale è la cosa più soddisfacente di questa tua vittoria? I soldi vinti, lo spirito di competizione, l'avere vinto un grande torneo...
Niente di tutto questo. Voglio dire, ho vinto una cifra che sposta tanto per la stragrande maggioranza delle persone. Mi sono anche tolto lo sfizio di vincere un grande torneo anche se, come spesso accade nella vita, è successo quando la fiammella dell'entusiasmo iniziale si era spenta da tempo.
Fosse successo durante il periodo del boom magari mi sarei sentito un padreterno, invece è accaduto oggi in cui vivo tutto in maniera molto più rilassata. Un po' come mi è accaduto con il concorso notarile, che rimane una delle esperienze più traumatiche della mia vita e l'ho superato quando non avevo quasi più aspettative.
Racconta, allora!
Oggi puoi tentarlo solo tre volte, e due mi erano già andate male. Non mi sono mai trovato a mio agio, sapendomi di fronte a una commissione che ti giudicherà quasi sempre negativamente (in genere passa meno del 10% dei candidati ndr). Non sarebbe caduto il mondo, perché avevo già pronto il piano B della carriera accademica, mentre l'avvocatura non l'ho mai ritenuta troppo nelle mie corde. Alla fine ce l'ho fatta, ma averlo superato così in extremis, un po' “al river”, mi ha lasciato un ricordo non troppo bello.
Per tornare all'IPO, durante il final table ho avuto fasi in cui ero letteralmente disintegrato dalla stanchezza, ma ho sempre avuto un approccio rilassato, perché per me arrivare 4° oppure 8° non cambiava nulla. Infatti il motivo per cui tenevo particolarmente a vincere questo torneo era un altro...
Sarebbe a dire?
Io non ho mai frequentato il mondo del poker per sostentamento. Quindi, un po' per questo e un po' per carattere, sono sempre stato uno che dice ciò che pensa, soprattutto quando vedo cose che non vanno. Purtroppo nel poker ciò si è tradotto in inimicizia da parte di alcuni, magari per aver fatto presente che non hai rispettato l'impegno di un montepremi garantito nel tuo club, o cose di questo genere. Ecco, diciamo che negli anni mi sono fatto un po' di nemici in questo sottobosco, e sono certo che ieri fossero tutti lì a gufare. Questo successo è totalmente dedicato a loro...
Hai capito, il notaio che si toglie i sassolini? Senti, curiosità: ma ieri mattina lo hai detto ai clienti, che dovevi fare in fretta perché ti aspettava un tavolo finale?
Inizialmente, quando mi avevano fissato l'atto per lunedì mattina, non avevo detto nulla. Un po' perché non pensavo di arrivare così avanti, un po' per “imbarazzo”. Ieri mattina invece l'ho detto, che avevo un torneo di poker ad attendermi. I clienti hanno sorriso, uno di loro mi ha pure detto che ogni tanto gioca anche lui, al circolo del suo paese.
Non temi che il pregiudizio intacchi una figura generalmente percepita come il massimo della sobrietà?
No, per fortuna le cose non stanno più così o almeno non come un tempo. Diciamo che oggi, tendenzialmente, tutti ti riconoscono come una persona per bene. Poi magari conta anche la giovane età e l'approccio che adotto. Ci sono notai più anziani e con attività molto fitta che sono entità quasi inafferrabili e difficilmente ci puoi parlare di persona. Io invece do il numero di cellulare privato e, anche se ho una segretaria molto efficiente, spesso mi trovo a parlare in prima persona con i clienti. Questo forse contribuisce a “umanizzare” la mia immagine di notaio e sicuramente la passione per il poker non rappresenta un deterrente, per la mia professione.
Questo successo aumenta le possibilità che ti si riveda a un torneo live?
Ne dubito. A parte il discorso sull'agenda lavorativa, io ho sempre preferito il cash game anche per la libertà che concede. Se un giorno non ho voglia di giocare non lo faccio, se voglio dormire fino a tardi non c'è nessuno shuffle up and deal a impedirmelo.