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Il poker ha bisogno della sua "Regina degli Scacchi" : quando Rounders doveva diventare una Serie TV

L'influencer e streamer Joey Ingram ha twittato qualche giorno fa: "Dobbiamo inventare una nuova versione per il poker di Queen's Gambit su Netflix " . Il buon Joey ha fatto una giusta osservazione:  la Regina degli Scacchi ha fatto esplodere in rete una vera e proprio Chess Mania, una popolarità simile a quella di  Rounders per il texas hold'em pre-Moneymaker.

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Tutti vogliono imparare e giocare a scacchi, lo sport mentale per eccellenza. D'altronde la storia raccontata e ideata da Scott Frank e Allan Scott, ha intrigato milioni di spettatori ed ha dato il giusto tocco di nobiltà allo sport mentale per eccellenza.

Anche il poker ha bisogno della sua "Regina degli Scacchi" ma non in carne ed ossa (in quel senso c'è Jennifer Shahade scacchista ingaggiata da PokerStars). Alla luce del successone di "The Queen's of gambit", la provocazione di Ingram sull'opportunità di creare una nuova serie TV è giusta e già in passato si era pensato ad una produzione del genere.

Una serie su Netflix o Amazon Prime Video potrebbe riaccendere la passione e rendere il poker ancora una volta un fenomeno generazionale in tutti gli angoli del Mondo.

Al momento, purtroppo, non c'è da parte dell'industria alcuna intenzione a compiere un passo del genere, non c'è un interesse forte a promuovere il poker (le gaming company preferiscono puntare su giochi che garantiscono margini migliori come le scommesse e i casinò), nonostante sia un gioco che favorisce molto l'acquisizione degli utenti a basso costo (c'è meno concorrenza).

Un peccato perché il poker è uno skill game (e "sport" mentale) capace di raccontare storie straordinarie e realistiche che si presterebbero ad essere il fulcro di una sceneggiatura intrigante. Le idee ci sono, ma servono investimenti importanti.

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Non molti sanno che nel biennio 2014-2015, era allo studio la trasformazione del film Rounders in una serie TV (molto costosa) con gli stessi personaggi ed attori dell'opera originale del 1998. Per il texas hold'em sarebbe stata una spinta incredibile, al punto che il progetto fu studiato nei minimi dettagli (e doveva essere finanziato) da PokerStars.

Un vero sliding doors per il gioco del poker. Nessuno vi ha mai svelato questo retroscena. Le nostre fonti del tempo sono del tutto serie ed affidabilissime. PokerStars è arrivata ad un passo da decidere di produrre la Serie, era una delle priorità della proprietà Amaya (poi trasformata in The Stars Group) e dell'ambizioso amministratore delegato David Baazov. D'altronde nel marketing, gli americani hanno sempre dato lezioni a tutti.

Ma purtroppo una catena di eventi negativi, in particolare determinati dall'onda lunga del Black Friday negli Stati Uniti (con una contestazione di una multa milionaria nello stato del Kentucky) ha reso il progetto incompiuto. Un vero peccato.  La multa fu poi annullata nel 2018 in tribunale. Ma il progetto purtroppo rimase in un cassetto.

I costi della produzione si prospettavano importanti: pensate solo alle richieste di John Malkovich, Matt Damon ed Edward Norton per calarsi (dal 1998 al 2015 ne era passata di acqua sotto i ponti) in una Serie Tv che, da un certo punto di vista, sarebbe stata il sequel della pellicola originale, ma con format differente. Ci risulta che ci fosse la disponibilità della maggior parte del vecchio cast e che le trattative fossero andate parecchio avanti. Ma sul più bello ci fu lo stop.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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