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Rodano (AAMS): ‘perché i players sono andati broke, stop ai .com’

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Stimolano più di una riflessione le parole pronunciate da Francesco Rodano (responsabile per il gioco a distanza dei Monopoli) sullo stato di crisi del poker online e soprattutto su come le autorità italiane stanno tentando di bloccare i flussi finanziari (accrediti e cash out) nei confronti dei siti di gioco internazionali (dot com) non autorizzati. 

Rodano ha esposto le sue teorie ed opinioni durante il convegno organizzato dall’Osservatorio sull’e-gaming del Politecnico di Milano.  

“Il mercato francese del  poker online – le parole del dirigente riprese da Agimeg - è l’unico che l’anno scorso ha chiuso in positivo, mentre l’Europa complessivamente ha registrato un calo del 30%. Una performance dovuta  all’iniziativa di un unico operatore, Winamax che ha chiesto al regolatore di autorizzare una nuova versione del gioco, che evidentemente ha avuto molto successo”. 

Rodano elogia il modello di business ispirato da Winamax.fr, settima room mondiale per traffico nel cash game. L’operatore francese è l’unico che è riuscito a tenere testa a PokerStars, in un mercato regolamentato. 

Il responsabile di piazza Mastai riserva invece critiche nei confronti dei competitor italiani:  “hanno spinto troppo su determinati giochi, come il poker cash o il torneo. Alcuni giocatori si sono bruciati l’intero budget che avevano stanziato in pochissimo tempo, e hanno concluso che quel gioco non faceva per loro”. 

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I dati parlano di un giocatore su tre che ha abbandonato il teatro dei tavoli virtuali del cash game. Almeno a giudicare dall’analisi di Rodano, però un altro motivo ad aver influenzato negativamente i dati di mercato è senza dubbio l’offerta non autorizzata.

Per questo motivo, ispirati dalla Gambling Commission britannica (che ha siglato accordi con Visa, Mastercard e Paypal), i responsabili dei Monopoli di Stato hanno deciso di intraprendere trattative per future intese, con i gestori di carte di credito e di moneta elettronica per bloccare i flussi ai siti dot com, ovvero a rooms, bookies e casinò che operano senza alcuna concessione. A Roma vogliono rendere la vita dura ai players: l’obiettivo è quello di impedirgli di giocare real money sulle principali piattaforme estere.

 “Abbiamo preso contatti – afferma Rodano ad Agimeg - con alcune compagnie di pagamento. E’ un possibile sviluppo, ma anche in questo caso – come per i siti della black list oscurati – si tratta di un ostacolo facilmente aggirabile. Ci saranno sempre degli operatori che offrono questo tipo di transazioni. Inoltre una parte del gioco illegale online funziona sullo scambio di contanti. E’ il caso di alcuni bookmaker senza concessione che accettano contanti attraverso la rete di Ced e Ctd e ricaricano conti di gioco. Gli accordi con gli istituti di pagamento in questo caso servono a poco”. 

Nel frattempo è partita la fase test nel betting exchange (scambio scommesse) . Nei primi giorni però il mercato non ha presentato una liquidità importante. “Ci sono alcuni operatori – dichiara - interessati al betting exchange, alcuni si sono mossi, altri stanno effettuando i test. Insomma, il segmento non sarà in mano a un solo operatore”. Per Rodano, in fase di pieno regime, alla fine saranno almeno 5 o 6 ad offrire questo nuovo prodotto che sulle piattaforme internazionali ha riscontrato un successo importante.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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