Dal 2000 è ammesso l'uso della marijuana per usi terapeutici nella patria dei casinò: il Nevada. E il mercato rappresenta sempre più un business attrattivo: molte contee sono attive da anni. Anche Clark County, giurisdizione della città delle luci, sta raccogliendo domande per l’assegnazione delle licenze a parecchi punti vendita.
Il commercio della marijuana sta diventando un business che fa gola a molti, anche alle farmacie di Las Vegas. Proprio poche ore fa però il Gaming Board del Nevada ha preso le distanze e ribadito i divieti sulla vendita dell’erba, per qualsiasi fine, all'interno degli hotel. La Commissione rispetta le leggi federali che non consentono una simile attività, a chi detiene una licenza di gioco.
Ha ribadito l’incompatibilità Terry Johnson, membro del Gaming Board che si è sbilanciato, affermando che senza una modifica delle leggi federali, il consiglio rimarrà fermo nelle proprie posizioni.
Ma in Nevada, un forte movimento d'opinione, sta spingendo per legalizzarne il commercio anche per fini ricreativi e ampliare l’offerta. In questo modo, la città delle luci potrebbe trasformarsi in una mini “Amsterdam” nel deserto.
I sostenitori di questa iniziativa vogliono raccogliere 102.000 firme, per proporre un nuovo disegno di legge da far votare in Senato nel 2015 e sono certi di ripetere la stessa operazione che è andata a segno nel Colorado nel 2012. Sono stati già raccolti fondi per 150.000 dollari, per la prima fase dell’operazione. Ma una cosa è certa: la marijuana rimarrà fuori dalle case da gioco.