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Non giocare a poker

Ecco otto momenti in cui è meglio non giocare a poker

Quando non giocare a poker è meglio

Nel poker, dilettanti, hobbiest e semi-professionisti hanno tutti un vantaggio sui loro fratelli professionisti. Non devono giocare a poker per forza. 

Possono essere selettivi e giocare a poker solo quando vogliono, senza dipendere dal gioco per il loro sostentamento come fanno i PPP.

Sfortunatamente, molti di noi non riescono a sfruttare questo vantaggio e giochiamo a poker anche quando avrebbe più senso per noi astenerci dal sederci ai tavoli.

Questo articolo è una guida per identificare quei momenti in cui ha più senso non giocare a poker. 

Alcuni di questi possono sembrare ovvi, altri meno. 

Di sicuro, essi sono tutti validi.

Quando sei veramente stanco

Ho visto così tanti giocatori al tavolo chiaramente esausti. 

Perché non si alzano? 

Probabilmente sono così stanchi che è impossibile per loro superare l'inerzia del riposo che li ha tenuti al tavolo per troppo tempo.

La mia regola generale è che se sto sbadigliando in modo incontrollabile o se mi ritrovo ad addormentarmi al tavolo, me ne vado. 

E così dovresti fare!

Quando stai perdendo da molto tempo

So cosa dicono alcuni esperti - che non dovresti avere un "limite di perdita" (loss limit) o un "limite di vincita" (win limit). 

Anche se il poker è un bel gioco, se stai perdendo da molto tempo dovresti uscirne prima di perdere tutto.

Perdere per molto tempo influisce sulla tua immagine, sulla tua fiducia e quindi sul tuo gioco. 

La sconfitta in sé può anche essere il prodotto di un gioco sbagliato che non sei in grado o non sei disposto a riconoscere. 

La tua capacità di valutare con precisione quanto è performante il tuo gioco e la tua capacità di battere i tuoi avversari, saranno anche gravemente compromesse se non capisci che stai giocando male.

Domani è un altro giorno, puoi sempre giocare un'altra volta. 

Se passi del tempo tra (o durante) le mani pensando a quanto hai perso, è un buon momento per alzarti e andartene.

Quando sei arrabbiato

La rabbia è un ottimo carburante per il gioco autodistruttivo. 

Ha la tendenza a prevalere sul nostro miglior giudizio. 

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Se sei furioso con i tuoi avversari, o anche con qualcuno o qualcosa che non è coinvolto nel gioco, sei distratto. Il gioco distratto non è ottimale.

Meglio risolvere ciò che ti fa arrabbiare o lasciarti sobbollire in qualche altro modo prima di giocare di nuovo.

Quando sei al verde

Molti di noi possono prendere in prestito denaro di tanto in tanto per entrare o rimanere in azione. 

Non c'è niente di sbagliato in questo, a condizione che sappiamo che possiamo rimborsare facilmente e rapidamente il nostro creditore.

Ma aumentare la mole del nostro gioco quando siamo al verde, è tutta un'altra faccenda, ci mette un'indebita pressione per vincere, pressione che può solo servire a minare il nostro A-Game.

Quando stai male

Sheesh, amico, se sei malato perché giochi? Ovviamente il tuo gioco non sarà al meglio. 

Quando hai bevuto un po’ troppo

L'ho quasi lasciato fuori dalla lista, è così ovvio, ma così facile da ignorare. 

Che senso ha averlo in una lista come questa? Quando sei ubriaco, l'ultima cosa che farai è seguire alcune regole su quando giocare e quando abbandonare una partita.

Quando la partita non è profittevole

Non sei obbligato a giocare in cattive condizioni. Allora perché farlo? 

Se la rake è troppa alta, i giocatori sono troppo bravi, o anche se semplicemente non ti piace giocare con alcuni giocatori, puoi sempre decidere di non giocare e tornare un'altra volta.

Quando non ne hai voglia

Non c'è motivo di fare pressione su te stesso per giocare quando non ne hai voglia. 

Prendilo come un messaggio subliminale che non puoi dare del tuo meglio al tavolo. 

Fidati del tuo istinto ed evita l'azione abituale di andare a giocare anche quando non vuoi.

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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