Il bello del Main Event delle World Series of Poker, per chi lo segue da casa, è che questo evento dà la possibilità di analizzare come i grandi campioni si rapportino nelle loro azioni contro giocatori meno conosciuti, se non addirittura amatoriali.
Ne sa qualcosa Doyle Brunson, che dal 1976 ad oggi ha sfidato, nell'evento principale dei campionati del mondo, giocatori di ogni genere.
Oggi, nel 2021, "Texas Dolly" è ancora uno dei giocatori più in gamba e temuti in assoluto: e questo anche per le letture che (ad 88 anni suonati) riesce ancora a fare.
Che mano!
Siamo nel pieno del day 1A del Main Event WSOP. Si gioca infatti il quarto livello di gioco, a blinds 300-500 con ante 500.
Da posizione di UTG Chau Nguyen decide di fare solo call con 10 10 , con uno stack di circa 75.000. Doyle Brunson spilla A K e decide anche lui di chiamare soltanto. Fanno call anche lo small blind e il big blind.
Si va al Flop in quattro (pot 2.500)
2 9 A
Il giocatore sullo small blind esce puntando 1.000, il big blind passa, chiamano sia il giocatore UTG che Brunson, che ha floppato la top pair.
Turn (pot 5.500)
A
Lo small blind fa check, check anche di Nguyen, Brunson bet 3.500 col suo trips. Small blind folda, Nguyen chiama.
River (pot 12.500)
10
Nguyen fa check, Brunson bet 12.000, Nguyen sale sino a 30.000.
Che fare ora nei panni di Brunson?
Lo stack residuo è di circa 70 mila, e il tris d'assi in quello spot sembra essere veramente forte. Il call è una possibilità, ma c'è da dire che Nguyen, con questa azione, rappresenta una forza enorme: di fatto, è improbabile che questo check-raise al river giunga in totale bluff.
Considerando che avendo avuto l'ultimo asso, avrebbe senza dubbio chiamato, mai rilanciato. Pertanto, anche un fold qui non è da scartare.
Come è andata?
Brunson, dopo qualche minuto, annusa il pericolo e -capendo di battere solo un bluff- folda correttamente, restando con oltre 70 mila in chips, ancora pienamente competitivo.