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La Texas Card House di Dallas, la poker room live al centro delle cronache

La situazione delle poker room live in Texas ci ricorda qualcosa...

Una volta si diceva "mal comune, mezzo gaudio", anche se si è sempre trattato di un proverbio un po' fake. Di certo c'è che le disavventure legali che stanno vivendo alcune sale da poker in Texas ricordano - e tanto - l'annosa vicenda dei circoli in Italia. Ma andiamo a vedere cosa sta succedendo nel sud degli Stati Uniti alle poker room live.

Poker room live: cosa sta succedendo a Dallas?

Una vera e propria legalizzazione del poker live non esiste da noi come negli USA. Pertanto i gestori delle sale devono sperare nei permessi e in interpretazioni favorevoli delle normative in essere, nel nostro caso da parte delle regioni e degli enti locali, nel caso degli Stati Uniti da parte dei governatori dei singoli stati. In Texas la situazione era relativamente tranquilla, ma è andata precipitando negli ultimi tempi.

PokerNews ha raccontato la spinosa situazione in cui si trova una sala della Texas Card House, azienda che ha messo su room in 4 diverse città dello stato: Austin, Houston, Rio Grande Valley e Dallas. Proprio nella metropoli situata a nord dello stato sono sorti problemi seri, poiché la TCH di Dallas si è vista ritirare i permessi dalle autorità cittadine, apparentemente senza troppe spiegazioni. Secondo quanto è trapelato, nella nota che annunciava la sospensione dei permessi si faceva cenno al fatto che fossero stati revocati per "keeping a gambling place". Letteralmente, per tenere aperto un locale dedito al gambling. Se le parole hanno un peso, quelle scelte dalle autorità di Dallas suonano come un sinistro avvertimento.

Divieto di incassare rake: come fanno le sale in Texas

Come ricorderete dal film Molly's Game e in generale dalla vicenda di Molly Bloom, negli USA è illegale incassare rake dai piatti giocati. Per ovviare a questo divieto e poter offrire partite rispettando la legge, la TCH ha trovato altri sistemi per rendere l'attività sostenibile. In alcuni casi si paga semplicemente la tessera del club, in altri essa è associata a tariffe orarie per l'occupazione di un posto ai tavoli cash, fino al rilascio di tessere giornaliere. In tal modo nessuna rake viene prelevata dai piatti, ma la sala riesce comunque a ottenere degli incassi che permettono di pagare lo staff e le spese, mantenendo un margine di profitto.

Pare che questa soluzione non vada più bene alle autorità, cosa questa che causerebbe un enorme danno alla Texas Cards House e a tutte le realtà simili, come ad esempio il Champions Club. Quest'ultima è un'altra realtà che provava a farsi strada a Dallas, ma sta incontrando enormi resistenze.

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Una scena dal film "Molly's Game"

Film già visto in Italia?

In Texas si sta dunque creando una situazione a macchia di leopardo per molti versi simile a quanto si vede da anni in Italia. Quante volte avete letto, o visto coi vostri occhi, di sale da poker che vengono lasciate operare in una regione o in una provincia, e perseguitate in altre? E non stiamo parlando solo di casi di bische, ma di club in cui si ritrova qualche decina di persone con una passione in comune. Stiamo parlando di gruppi di appassionati di poker che sono considerati regolari a Roma e fuorilegge a Perugia, o di pokeristi che possono giocare tranquilli a Potenza ma devono temere blitz e irruzioni a Taranto.

Abbiamo sperato a lungo in una regolamentazione che permettesse a un intero settore di emergere e mettersi in regola, ma l'amara realtà è un'altra, duplice. Il poker live non è mai stato considerato un bacino che elettoralmente possa spostare qualcosa. Inoltre, anche nel caso in cui una parte politica ne volesse sposare la causa, ci sarebbero sempre le lobby del moralismo d'accatto a cui fa sempre comodo identificare il poker come un mostro a cui non fare varcare la soglia della società "perbene", rendendo così il poker live sempre un argomento estremamente scomodo da cavalcare. In tempo di Covid, poi, è normale che le priorità siano decisamente altre. Ma non smettiamo di sperare.

 

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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