Il poker amarcord di oggi è decisamente strano, poiché da quello che stiamo per raccontare non sembra siano passati 6 anni, ma 66. Parliamo della Global Poker League e dell'avventura dei Rome Emperors, con la crema del poker italiano schierata.
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Global Poker League, la grande illusione
Se oggi dire Alex Dreyfus equivale a dire Socios e la gamification applicata al calcio di alto livello, qualcuno di voi ricorderà che l'imprenditore francese ci aveva provato anche con il poker. Era esattamente l'inizio del 2016, quando Dreyfus lanciò un prodotto destinato a far fare il salto di qualità al mondo del gaming e in particolare al mercato del poker online, già allora in piena stagnazione.
Era nata così la Global Poker League, competizione pokeristica che si ispirava alle dinamiche dei grandi sport professionistici americani come NBA, MLB e NFL. Draft per scegliere i giocatori, regular season, playoff e serie finale a eleggere la squadra campione. Tutto bene? Sì, nelle intenzioni. Nella pratica, invece, fu un tonfo anche piuttosto clamoroso.
L'idea era quella della gamification, mirata a far conoscere il poker e le sue dinamiche a un pubblico nuovo, con dichiarata intenzione di attingere al mondo degli appassionati di videogame. Questa intenzione era palesata fin dal mezzo utilizzato per le dirette della Global Poker League: Twitch. Guardandolo con gli occhi di oggi, non si può dire che l'idea fosse del tutto errata, ma forse sovrastimata. Ancora nel 2022, i contenuti poker related su Twitch fanno buoni risultati, ma non paragonabili ai numeri generati da altri fenomeni come gli streamer di vari videogame.
Eppure Dreyfus era riuscito a coinvolgere nel progetto moltissimi grandi nomi. Tra questi Jason Mercier, Dan Cates, Bryn Kenney, Justin Bonomo, Fedor Holz, Chris Moorman, Phil Galfond, Mike McDonald, Martin Jacobson, Bertrand Grospellier, Brian Rast, Dominik Nitsche e altri ancora.
I Rome Emperors con Max, Musta e Dario
E che dire degli italiani? Dopo una titubanza iniziale, Alex Dreyfus assegnò una franchigia all'Italia, che venne battezzata come "Rome Emperors". Il capitano era Max Pescatori, che coinvolse Mustapha Kanit e Dario Sammartino ma anche Walter Treccarichi, già al tempo inseparabile compagno di trasferte del duo di assi italiani. A questi si aggiunse poi Tim Adams, canadese ancora oggi abituale inquilino dei tornei High Roller e SHR. Furono proprio Musta e Dario a caldeggiare il suo ingaggio da parte di Max Pescatori. Quest'ultimo, poi, chiuse il roster coinvolgendo un grande amico come Todd Brunson.

Il format, il cast stellare e i primi problemi
Il format era quello di partite sit'n'go in diretta streaming, con i vincitori che guadagnavano punti per la propria squadra. Una formula forse un po' monotona e che sicuramente era destinata a creare problemi di "calendario" ai diversi top player ingaggiati. Infatti i vari Musta, Sammartino, Kenney eccetera avrebbero dovuto trovare il modo di rendere compatibili i match di Global Poker League con altri impegni le numerose trasferte pokeristiche che si facevano al tempo tra EPT, WSOP, WPT e altro ancora.
Non bastò nemmeno Jesse Pinkman
Si provò anche il colpo gobbo, quando il team di LA Sunset, capitanato da Maria Ho, scelse a sorpresa l'attore Aaron Paul. Al tempo Paul era all'apice della celebrità, essendo reduce dall'enorme successo planetario ottenuto impersonando Jesse Pinkman in "Breaking Bad". Ovviamente le sue (poche) presenze coincisero con picchi di utenti collegati a guardare i match, ma anche quello era un fuoco di paglia.

Montreal campione, poi lo stop
L'interesse per la Global Poker League andò scemando già nel corso della prima stagione, e non solo per noi italiani che avevamo visto i Rome Emperors mancare clamorosamente la qualificazione ai playoff. L'entusiasmo dei partecipanti parve venire un po' meno, così la prima edizione si trascinò stancamente fino al termine. Furono i Montreal Nationals di Marc-Andre Ladouceur a vincere la prima edizione, in finale sui Berlin Bears di Philipp Gruissem. Dovevano essere i primi nomi scritti nell'albo d'oro della Global Poker League, invece furoni gli unici. E tutti, nessuno escluso, se ne fecero una ragione.