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Michael Addamo

Intervista a Michael Addamo: gli scacchi, la run del 2021 e le super size nei tornei

Nella storia del poker moderno, quello che soprattutto in Italia è passato dalla specialità a 5 carte all'ormai più battuto mondo del Texas Hold'Em, non sono pochi gli esempi dei giocatori che hanno ben figurato e che si sono fatti le ossa grazie ad un altro gioco, dove la fortuna non ha alcun ruolo, nemmeno nel breve periodo, gli scacchi.

Michael Addamo, il re degli High Stakes

Se però dobbiamo scegliere un solo giocatore che rappresenti la specialità se parliamo di ex scacchisti che sono approdati al poker e che hanno vinto delle cifre spropositate, il pensiero deve per forza andare a Michael Addamo, celestiale giocatore australiano che secondo Hendonmob.com ha portato a casa qualcosa come oltre 22 milioni di dollari guadagnati in tornei dal vivo.

Il periodo di maggior splendore del canguro, risale alla seconda metà del 2021, quando mise a segno ben tre Poker Go High Roller, per poi mettere al polso il suo terzo e quarto braccialetto e vincere un altro high roller all'Aria di Las Vegas.

Michael Addamo courtesy Pokernews & Eloy Cabacas

In quel momento mise definitivamente in modalità muta i suoi avversari più duri nei tornei ad alto Buy In, conquistando tra settembre e novembre qualcosa come 9 ITM dei quali ben 6 successi per 9,4 milioni di dollari.

Addamo ha deciso di non partecipare alle WSOP del 2023, anche perché si è messo in testa di esplorare la sua parte più interiore, interessandosi di un campo non proprio comune, la creatività attraverso l'arte.

Connor Richards di Pokernews lo ha recentemente intervistato.

Le origini di un campione

Sono gli scacchi come punto di partenza e la sensazione di un passaggio naturale che potesse essere sfruttato attraverso le sue caratteristiche mentali, ad aver convinto Addamo a fare il grande passo dagli scacchi al poker, incoraggiato dal fatto che lo studio di ogni punto focale del torneo e la possibilità di portare a suo vantaggio anche il minimo errore dei suoi avversari, gli avrebbero fatto raggiungere determinati risultati, fino all'approdo ai tornei High Roller, percorso per il quale sapeva di non poter essere fermato.

Va da sé che quello economico sai stato un aspetto determinante per fargli decidere di passare al poker, ma più che il denaro in sé, ciò che ha affascinato maggiormente Addamo, è stata la consapevolezza che per ogni decisione presa che si sarebbe rivlelata poi sbagliata, a pagare sarebbe stato lui coi suoi soldi, per cui le opzioni sono due: o devi avere tanta fiducia nelle tue decisioni, per cui ti devi preparare tantissimo per non sbagliare quasi mai, oppure devi essere pronto a pagare a caro prezzo i tuoi sbagli.

High Roller & Co.

La differenza che lo stesso Addamo pensa lo renda un giocatore diverso dai suoi avversari High Stakes, sta nel fatto che il dimensionamento delle puntate abbia un peso differente rispetto a quello dei rivali. Ciò porta al fatto, spiega Addamo, che usando size molto corpose rispetto alla media, ciò lo porti a seconda delle situazioni, a estrarre il valore massimo da quelle porzioni di range che possono pagare da sotto, sia per far foldare le parti più deboli degli stessi range che spesso metteranno sotto da buoni.

"Sono abbastanza distaccato rispetto ai soldi quando gioco. Penso logicamente a ogni punto e cerco di prendere la migliore decisione possibile. E se penso che sia il momento ottimale per farlo, non ho problemi a giocarmi buone parti del mio stack", continua Addamo.

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"Molto deriva dalla fiducia nel mio gioco, devo essere in grado di capire la meccanica di ogni punto e trovare le puntate e i bluff di valore corretti, o almeno al meglio delle mie capacità".

Michael Addamo courtesy Pokernews & Eloy Cabacas

La super run del 2021 e il privato

"Quell'autunno ho raggiunto un incredibile successo, qualcosa che non avrei potuto nemmeno immaginare.

Ovviamente, c'è molta fortuna in una run del genere, ma mi sono anche sentito al top del mio gioco e in sintonia con ogni punto che giocavo. Sono stato in grado di raggiungere un livello di iper-focus in tutta quella serie di tornei.

Mi sento estremamente grato per aver raggiunto quel livello ed è certamente qualcosa che non dimenticherò mai.

Per quanto riguarda la mia vita privata, sono vegano da sei anni, mi preoccupo molto degli animali e l'etica è davvero importante per me. Il poker è un gioco individualistico, quindi mi preoccupo di restituire ciò che riesco a combinare di buono per me, alla comunità nel suo insieme.

Nel mio tempo libero, sono molto attivo, mi piace praticare vari sport e recentemente mi sono anche piaciute le cose più creative come disegnare, ballare e improvvisare".

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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