Le proiezioni statistiche ci suggeriscono il contrario, le poker room con sponsorizzazioni mirate fanno di tutto per scongiurarlo, ma a ben guardare ad oggi pare che il Texas Hold’em sia ancora una questione prettamente maschile.
D’altra parte, vi basta assistere ad un qualsiasi torneo live per averne la conferma, così pure come conferma indiretta può essere considerato il fatto che in tutte le rassegne pokeristiche più importanti c’è sempre un torneo dedicato esclusivamente alle donne. L’intento, evidentemente, è quello di avvicinare al gioco un genere – quello femminile - che proprio sembra non volerne sapere, o almeno non tanto quanto sarebbe possibile.
Ma tali propositi paiono dissolversi progressiamente, viste le frequenti polemiche (l'ultima durante il ladies delle WSOP 2012 di cui parlavamo qui) che questi tornei generano e la crescente ostilità mostrata da alcune illustri rappresentanti del poker al femminile. L'ultima in ordine di tempo è Carla Solinas, 68ma nella Italy All TIme Money List e 62ma donna al mondo per monte guadagni da torneo. La pro di GDpoker, in un recente status su Facebook, ha proposto di cancellare i ladies event dai programmi dei principali circuiti. Secondo Carla, per invitare le donne sarebbero più che sufficienti tornei a basso buy-in.
La netta prevalenza maschile nella pratica del poker rimane comunque un fatto incontrovertibile, e le presenze femminili paiono ancora più delle eccezioni che non gli indici di una tendenza, nel mondo del texas hold'em. Viene allora spontaneo chiedersi il perché di questa freddezza verso un gioco che al contrario sembra aver stregato buona parte della popolazione maschile, pur con diverse sfumature.
Ci siamo quindi divertiti ad immaginare un possibile motivo, a sviluppare un ragionamento basato su di un’ipotesi forse fantasiosa, forse tremendamente concreta.
L’idea è che il gioco del Texas Hold’em presenti delle caratteristiche che appaghino in misura nettamente maggiori alcuni bisogni connaturati negli uomini di quanto non faccia con quelli di buona parte delle donne. Di cosa stiamo parlando? Per dirlo in modo sintetico, di influenze biologiche verso il comportamento.
Esiste infatti una branca della biologia che studia quanto la nostra eredità genetica influenzi il nostro comportamento ancora oggi, il che aiuta a spiegare come mai a distanza di secoli e di culture diverse alcuni tratti della natura umana siano sempre rimasti sostanzialmente uguali a se stessi. Purtroppo e per fortuna.
Tutto questo potrebbe apparire molto distante dal gioco del poker, tuttavia non è detto che sia così. Immaginiamo infatti uno degli aspetti più naturali al mondo, relativo non solo alla specie umana, ovvero i ruoli che gli individui delle specie animali ricoprono nella scelta del proprio partner. Pensandoci un attimo, vi accorgerete facilmente come per la maggior parte dei casi siano le femmine a scegliere il partner maschile, e non il contrario.
Dal canto loro, i maschi entrano in competizione fra di sé per prevalere sui propri simili, i propri rivali, per primeggiare ed essere quindi i prescelti.
Concedendoci un po’ di autoironia su noi stessi, potremmo dire che anche per quanto riguarda la specie umana le cose non siano troppo diverse. Tutto questo naturalmente non è casuale, ma spiegarne le ragioni ci porterebbe lontano dai nostri interessi.
Quello che conta è notare come esista una affinità, una corrispondenza fra una delle componenti che più fortemente sono radicate in noi come l’istinto di prevalere nel corteggiamento ed il gioco del Texas Hold’em. Se nel primo caso l’obiettivo è quello di garantirsi un accesso privilegiato alla riproduzione – obiettivo sublimato poi nel nostro caso assieme a molti altri – in un torneo di poker l’obiettivo rimane pur sempre quello di vincere.
Cambiano quindi i contesti e gli obiettivi specifici, certo. Ma a parte questo, rimangono sostanzialmente simili le dinamiche all’interno di questi processi. In entrambi i casi, infatti, si tratta di prevalere in una lotta con gli altri, una lotta dove contano intelligenza, tenacia, intuizione e perfino inganno.
Una lotta dove in entrambi i casi fra tutti i pretendenti ne rimane infine uno solo, il vincitore che può quindi ambire al premio più grande.
Naturalmente si tratta di congetture, riflessioni, paragoni. Ma se tutto questo avesse un senso, è evidente che potremmo avere di fronte agli occhi uno dei motivi principali per cui gli uomini si sentano coinvolti ed attratti da questo particolare gioco in maniera molto più netta delle donne.
Le donne infatti, che pure in altre discipline dimostrano di amare la competizione, potrebbero non essere interessate alla formula di questo gioco, perché coerentemente con la nostra ipotesi il Texas Hold’em non ricalcherebbe una serie di meccanismi insiti nella loro natura. Cosa che invece fa con i maschi.
Al contrario degli uomini, non sarebbero insomma spinte a rivivere sul tavolo verde quel genere di istinto, proprio perché come abbiamo detto questo è solitamente proprio del genere maschile ma non di quello femminile.
Sicuramente una spiegazione del genere non può in ogni caso considerarsi esaustiva presa singolarmente.
In ogni caso, potrebbe trattarsi di un tassello che aiuta a dare un senso ad un intero puzzle.
Esagerazione, fantasia, sciocchezza? E’ possibile, ma in fondo non sta a me dirlo. In fondo, chi scrive è soltanto un uomo.