Quest'anno, per la prima volta, Daniel Negreanu sarà eleggibile per la Poker Hall Of Fame, avendo appena compiuto 40 anni: un riconoscimento per alcuni prezioso e per altri meno, ma che indubbiamente fa gola al canadese.
Il pro di PokerStars - a differenza di altri professionisti di pari livello - si è infatti sempre dato molto da fare per diventare l'ambasciatore per eccellenza del gioco, e quindi è facile immaginare come consideri l'ingresso in questa cerchia di eletti un coronamento pressoché inevitabile della sua carriera. Ecco perché, se anche accadesse alla prima occasione disponibile, non si sentirebbe affatto in colpa rispetto a chi "attenda" da più tempo.
"Quando leggo la lista dei requisiti necessari per farne parte - ha dichiarato a Nolan Dalla - mi sembra di averli raggiunti tutti. Se non fossi selezionato mi chiederei che cosa debba fare esattamente per poterci entrare...". Naturalmente Negreanu tutto questo lo dice con ironia, ma non troppo: di fatto, se il suo nome non figurasse fra i selezionati probabilmente rimarrebbe deluso.
"Non credo - ha proseguito - che si dovrebbe premiare chi frequenta il circuito da più tempo, ma chi lo meriti di più. Non si tratta insomma di un fatto di età, anche se credo sia giusto che non si possa essere eletti prima dei 40 anni, perché se è necessario superare la prova del tempo non vedo come un 28enne possa riuscirci".
Daniel, sebbene indirettamente, sembra insomma criticare alcune scelte che sono state fatte in passato, quando giocatori della vecchia guardia sono stati introdotti con criteri talvolta apparsi discutibili: "Credo che la Hall Of Fame adesso sia troppo dominata da giocatori americani - ha evidenziato - dovrebbe riflettere maggiormente l'espansione che il poker ha avuto, con diversi giocatori europei che hanno fatto molto".
I nomi che propone in questo senso sono quelli di Bruno Fitoussi - meritevole di essere stato il primo a portare i giocatori americani sulla scena parigina - e John Duthie, che oltre ad essere un giocatore è stato il creatore dello European Poker Tour. Non bisogna dimenticare, infatti, che si può essere introdotti nella Hall Of Fame anche per aver contribuito a "diffondere" il gioco, facendolo diventare popolare a livello internazionale.
Anche Gus Hansen è per la prima volta eleggibile, e visto che ogni anno possano essere eletti fino a due giocatori teoricamente potrebbero essere nominati entrambi. Tuttavia, nel caso del danese pesano forse i risultati pessimi ottenuti nel cash game online: difficile ignorarli, ma Hansen rimane comunque un'indiscutibile icona del gioco, e così anche se più defilato anche il buon Gus può nutrire qualche speranza, ammesso ovviamente che gliene importi qualcosa...