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Phil “OMGClayAiken” Galfond e il cash game: l’EV nascosto

Phil GalfondL’EV di una qualsiasi giocata non è nient’altro che la quantità di denaro che potrete aspettarvi di vincere in media. Facciamo un esempio per meglio chiarire questo punto: ipotizziamo che non abbiate nessun valore di showdown al river ma che comunque decidiate di puntare 1.000$ in bluff su un piatto da 1.400 dollari.

Se vi aspettate che la vostra mossa abbia successo il 50% delle volte allora l’Expected Value risulterà pari a (-1000*0.5)+(1400*0.5)=200$. Ciò significa che con questa azione guadagnerete in media 200 dollari, sempre a patto però che il vostro bluff funzioni davvero almeno la metà delle volte.

Tuttavia, il problema che si riscontra quando si parla del concetto di valore atteso è che spesso esso viene applicato in maniera errata. Le persone infatti osservano una giocata, la analizzano così come abbiamo fatto poc’anzi e decidono poi che una mossa è corretta soltanto perchè l’EV finale è maggiore di zero. La cosa che non va in tale approccio è che però quando l’ev è uguale a zero l’unica alternativa presa in considerazione sia soltanto quella di abbandonare il piatto nel 100% dei casi.

Facciamo ancora un altro esempio: diciamo che sto considerando l’ipotesi di effettuare una continuation-bet sul flop piuttosto di un bluff al river. I numeri sono gli stessi di cui sopra. Mettiamo il caso che io abbia J-10 su un flop K-8-7 raimbow. L’oppo fa check e noi dobbiamo decidere se puntare o meno. In questo caso ci sono molti più fattori da considerare e non soltanto la percentuale di volte che lui folderà.

Infatti, invece che di tre possibili esiti finali (facciamo check e perdiamo il piatto, puntiamo e lui folda, puntiamo e lui fa call) in realtà ce ne saranno davvero molti altri: noi puntiamo e lui folda, noi puntiamo e lui rilancia, noi puntiamo e lui fa call e poi lo stakiamo con un 9 al turn, noi 3-barrelliamo in bluff e veniamo chiamati su tutte le street, noi facciamo check e becchiamo un 9 al turn che ci permette di prendergli tutto lo stack perchè lui aveva un set di 8 che avrebbe rilanciato su avessimo puntato al flop, noi facciamo check e prendiamo un Jack, noi puntiamo e lo buttiamo fuori dalla mano bluffando sull’Asso sceso al turn, ecc. ecc.

Cercare di determinare l’EV di una situazione così ingarbugliata, agendo nel modo che abbiamo impiegato nel primo esempio, risulterebbe un’operazione davvero troppo semplicistica. Pertanto, qual è il modo migliore di affrontare tale scenario di gioco? Ad essere onesti non mi sono mai preso il tempo necessario per analizzare una mano in ogni possibile evoluzione a partire dall’azione al flop. Probabilmente ci vorrebbero settimane intere per fare un lavoro del genere. Il meglio che possiamo fare, allora, è soppesare mentalmente i fattori coinvolti, in modo da poter prendere una decisione che si riveli adeguata alla situazione.

Quindi, ipotizzando di fare una c-bet, dovremmo pensare a:

  1. Quanto spesso l’altro giocatore folderà su quel particolare flop
  2. Con che probabilità rilancerà sulla nostra puntata
  3. Quanto spesso vinceremo allo showdown se facciamo check
  4. Quante volte riusciremo a prendergli lo stack se becchiamo le carte che ci servono per chiudere il punto
  5. Quante mani migliori rispetto alla nostra potrebbero foldare dopo la continuation-bet
  6. Quante mani peggiori ci faranno call

Spesso, molte persone giustificano le loro bet con una logica di pensiero del tutto errata. Per esempio: state giocando un heads-up con bui 25$/50$ e uno stack di 5.000$. Il vostro avversario è loose e molto aggressivo. Decidete di rilanciare con a 5 di 150$ e l’altro si adegua per il call. Sul flop arrivano j 6 4 e l’oppo fa check.

Arrivati a questo punto, in molti opterebbero per una bet, spiegando la mossa col fatto che probabilmente in quel momento hanno la mano migliore. Essi hanno infatti imparato con l’esperienza che una puntata al flop può garantirgli di prendere il piatto almeno il 60% delle volte e che quindi vinceranno in media del denaro scommettendo 250$ su un piatto da 300 dollari.

La cosa che non va in tale ragionamente è che però non hanno minimamente considerato l’EV “nascosto” che è possibile ottenere con un check. Se propendete infatti per quest’ultima possibilità, non solo potrete arrivare a fine mano senza aver investito null’altro e con buone probabilità anche di vincerlo, ma potrete anche prendere uno dei due backdoor flush draw al turn, oppure migliorare il vostro punteggio beccando successivamente un asso.

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Considerate poi che l’altro folderà spesso alla vostra puntata sul flop. E quali mani potrebbe decidere di buttare via? Mollerebbe mai con un over-pair? Decisamente no, così come non lo farebbe anche con assi migliori dei vostri. Folderà probabilmente qualcosa come Q-9, 10-9 e K-2 suited, mani con cui avreste vinto comunque il piatto. Farà poi call con 6 5 , con coppia di 5 ecc. E rilancerà con mani tipo K-J, 8 7 , k 5 e talvolta anche col nulla, costringendovi ad abbandonare la vostra mano che è ancora la migliore e ha che diverse outs per migliorare.

Naturalmente la cosa si può guardare anche da un’altra angolazione: talvolta prenderà un 9 al turn con i suoi 10-9 che probabilmente avrebbe foldato dopo una vostra bet. Oppure deciderà di bluffarvi con un draw al turn e che invece avrebbe facilmente passato al flop. Alla luce di ciò, comunque, fare o meno la vostra c-bet appare come una decisione piuttosto “close”, ma questo a noi interessa relativamente, perchè ci sono anche altri aspetti che vanno considerati come l’immagine al tavolo, l’andamento della partita, il tipo di avversario e così via. Il punto fondamentale, invece, è che occorrerà pensare alle cose in maniera differente rispetto a come siete abituati a fare.

Se c-bettate troppo spesso, un oppo sensato se ne accorgerà e metterà in atto le giuste contromisure. Iniziate invece a pensare a quali mani potreste soltanto checkare. Gli A-x sono dei buoni candidati per via della loro possibilità di migliorare e anche per il fatto con essi non riuscereste a far foldare molte mani migliori o a farvi callare da molte peggiori.

L’EV di checkare dietro su un flop con un progetto di scala ad incastro con K alta non è uguale a 0$. L’EV di fare check su un flush draw al turn non è 0$. L’EV di fare call ad una 3-bet pre-flop invece di 4-bettare con AK offsuit non è ancora una volta pari a 0$.

In conclusione, pensate anche al valore di alcune soluzioni che spesso non considerate neanche e riflettete sui i diversi modi di giocare un mano e su cosa avreste perso o guadagnato seguendo una linea strategia alternativa.

(Articolo tratto da bluefirepoker)

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