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Erik Seidel: "Iniziai a giocare a poker perché la borsa crollò"

[imagebanner gruppo=pokerstars] Il 19 ottobre del 1987 molti giocatori di poker professionisti erano dei bambini, ma non Erik Seidel, che assistette impotente al lunedì nero delle borse mondiali, con il Dow Jones che in un giorno soltanto perse il 22,61%, portandosi via un fiume di denaro compresi quasi tutti i suoi soldi.

Lo statunitense a New York ci è nato e cresciuto, a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, quando i suoi genitori andavano a Woodstock e lui si ritrovava ai concerti dei Led Zeppelin o di Stevie Wonder, di cui ancora oggi è un grande fan, e che ha perfino incontrato parecchi anni orsono.

Se oggi il suo nome è indissolubilmente legato al gioco del poker ed al successo multimilionario che ha ottenuto grazie a quest'ultimo, in passato Erik Seidel è stato attratto in modo spasmodico da qualcosa di diverso, che tuttavia non si tratta di una novità per chi poi abbia scelto di fare del tavolo verde il suo campo di battaglia: il backgammon.

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 "All'epoca, New York era il centro dell'universo nel gioco del backgammon, oggi non è più così ma quando io frequentavo il liceo tutti i migliori giocatori della specialità provenivano da lì - ha raccontato a Ron Upshaw in un'intervista - cominciai a girare il mondo giocando tornei circondato da persone interessanti, al punto che nonostante mi fossi iscritto al college dopo un po' lo abbandonai, perché il backgammon non solo rimaneva una grande passione ma era in grado di garantirmi cifre che per me all'epoca erano significative".

Seidel diventò quindi piuttosto abile, e fece questo per circa sette anni, fino a quando decise di puntare su un tavolo al quale a New York nessuno sembrava potesse perdere: Wall Street.

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Negli anni Ottanta, infatti, il Dow Jones pareva una locomotiva in continua ed incessante ascesa, ma come sempre accade in borsa prima o poi l'orso alza la testa, e la crisi del 1987 che sconvolse le borse mondiali è qualcosa che all'epoca si fece decisamente sentire, dopo cinque anni nei quali tutto era andato a gonfie vele.

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"Dovevo trovare un modo per sostenere la mia famiglia ed il figlio che stava per nascere, avevo perso la mia fonte di reddito e così scoprii il poker - ricorda - mi ci volle un po' per imparare, ma all'epoca avevi la fortuna di poter apprendere dai migliori e di poter vincere contro chi invece non era abile".

Adesso, malgrado proprio grazie al gioco del poker abbia conosciuto un successo praticamente impossibile da eguagliare, ad Erik Seidel di tutto va di parlare tranne che del Texas Hold'em, preferendo spiegare che recentemente se n'è andato a Seattle proprio a vedere Stevie Wonder, che a suo dire ancora oggi non perde un colpo. In fondo, a chi piace discutere sempre e soltanto di lavoro?

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