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Phil Hellmuth e il suo primo braccialetto WSOP

Per la rubrica "La mano della settimana", il Pro americano Phil Hellmuth ci racconta della vittoria nell'heads-up decisivo contro Johnny Chan, che gli valse il titolo di Campione del Mondo di poker del 1989 ed il suo primo braccialetto in un evento delle WSOP.

"In questo periodo dell’anno ancora tanta gente mi chiede come ho fatto a battere Johnny Chan per la conquista del mio primo titolo alle World Series of Poker. Che dire, la mano che sto per raccontarvi è stato certamente la più importante della mia vita.

Era il 18 maggio del 1989 e mi sono ritrovato a giocare in heads-up contro il due volte campione del mondo. I bui erano 5.000/10.000 oltre ad all'ante di 2.000.

Ero sul bottone e ricevo 9 9 . Decido di aprire per 35.000 e Johnny rilancia di altri 130.000. Istintivamente vado all-in per circa 1 milione di chips e lui, dopo averci riflettuto per un paio di minuti, mi chiama girando a 7 . Il mio sogno di vincere il titolo dipendeva tutto dall’esito di quella mano, e partivo favorito 2 a 1.

Sul flop arrivano k k 10 e Johnny aveva bisogno di un Asso o un 10 per andare in vantaggio. Il turn porta un q che gli dava altre outs, perchè avrebbe potuto vincere anche con un qualsiasi Jack o donna. Mancava una sola carta ed ero ancora favotiro. Il river è un 6 e finalmente il titolo di campione del mondo era tutto mio.

Ma ridiamo un’occhiata alla mano,  e soprattutto perché ho deciso per il re-raise da 1 milione. Quattro mani prima avevo aperto esattamente di 35.000 e Johnny aveva 3-bettato proprio a 130.000. Quella volta in mano ce li avevo io gli A-7 suited. A differenza sua, però avevo preferito passare. Avevo comunque notato che Chan era diventato piuttosto aggressivo, rilanciando molto spesso le mie bet anche con mani relativamente deboli. Ecco perché nel colpo decisivo mi aspettavo che il suo re-raise non indicasse qualcosa di particolarmente forte.

Per quanto riguarda Chan: è stato giusto il suo call per le ultime 450.000 chips? Secondo me non tanto. Forse si può giustificare solo se pensava che stessi bluffando. Più tardi ha comunque riferito che se avesse foldato sarebbe stata dura per lui battermi con uno stack così piccolo. Ok, d’accordo, ma diamo uno sguardo a cosa dice la matematica.

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Avevamo entrambi 167.000 nel piatto, ossia 334.000 totali. Aggiungiamo il mio raise, che comprende le restanti 450.000 chips di Chan,  il pot diventa da 784.000. Con la sua chiamata Johnny aveva odds di 2 a 1. Se ipotizziamo che non stavo bluffando, lui doveva mettermi su 77+ oppure un Asso con un kicker migliore. Un range che mi dava favorito di 2 a 1 circa. Pertanto risulta chiaro che la matematica non dà ragione al suo call.

Per fortuna che il poker non è sempre così facile, perché altrimenti quelli molto bravi in matematica vincerebbero tutti i tornei. Chan doveva tenere conto della possibilità che stessi bluffando per non oltre il 15% delle volte. In questo caso, chi è in grado di calcolare le giuste odds?

Concludendo, se non avesse chiamato credo proprio che avrebbe potuto giocarsela ancora con i 450.000 rimanenti. Come si dice: ‘A chip and a chair!’

Phil Hellmuth

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