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Poker online: spuntano nomi eccellenti nella truffa Ultimate Bet

Prahlad-FriedmanVengono a galla i particolari dello scandalo cheating super-user di Ultimate Bet che per quattro anni ha visto truffati migliaia di players. Sono rimasti vittime anche volti illustri come Mike Matusow e Prahlad Friedman. Il sito statunitense Wicked Chops Poker, ha rivelato nome per nome, tutti i responsabili della più grossa truffa del poker online mondiale da 22 milioni di dollari.

In questa lista nera, ci sono anche poker player molto noti che il portale americano svela. Alcuni di essi hanno movimentato denaro per conto degli organizzatori del ‘colpo’ senza però essere consapevoli della truffa delle carte visibili.

Riavvolgendo il nastro, il regista del grande inganno è stato Russ Hamilton che ha usato 23 account diversi e 117 username, creando un business da 22 milioni di dollari in quattro anni, dal 2004 al 2008. Secondo le ricostruzioni del portale americano, la mente della truffa avrebbe condiviso l’affare “God Mode” con altri complici, facendo un elenco lunghissimo di nomi e cognomi ed entrando nei particolari dei ruoli operativi della ‘stangata’. Grazie alla collaborazione di una fitta rete di pedine strategiche, citate in Wicked Chops Poker, Hamilton ha creato multi account che usava solo per un periodo molto breve. Vinceva guardando, con l’aiuto di un sofware malandrino, le carte degli avversari, e poi cambiava repentinamente l’account.

Secondo fonti autorevoli, Russ Hamilton si sarebbe rivolto ad un noto personaggio, per sviluppare uno strumento che gli avrebbe permesso di guardare le carte coperte di tutti i presenti ai tavoli, sfruttando una falla nel sistema di sicurezza.Nonostante lo scandalo, qualche mese fa, l’esperto team di PokerTableRatings aveva dimostrato in alcuni video come era possibile ancora creare facilmente degli account sulla poker room e com’era altrettanto vulnerabile il sistema di sicurezza del network Cereus, provider che serve sia Ultimate Bet che Absolute Poker.

Il sistema di Russ Hamilton ha fatti vittime eccellenti, prime tra tutte Mike Matusow, che perdeva puntualmente ai tavoli cash game in heads-up proprio contro l’autore di uno degli scandali più gravi del poker online degli ultimi anni.  “The Mouth” lo ha accusato direttamente con una delle sue tipiche dichiarazioni incendiarie pubblicate su Hardcore Poker Show nel febbraio del 2009.

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Il player californiano ha mosso contro di lui gravissime accuse, come il fatto di avergli rubato le vincite alle WSOP con il suo sistema illecito alla fine del 2005. Matusow ha ammesso che non è stata la sola vittima ma che un altro dei bersagli preferiti di Hamilton fosse Prahlad Friedman.Proprio il pro di Los Angeles ha rincarato la dose ed ha ammesso “che appena vincevo – ha commentato su ESPN - mi succedevano cose strane. Peccato, avevo grande fiducia in me stesso e gradualmente ho perso tutto, soldi e sicurezza. Pensavo fosse tutto dovuto alla varianza. Ma a forza di incassare sconfitte pensanti sono rimasto condizionato, ho anche modificato il mio stile di gioco e perso stima nelle mie capacità”.

Il trucco per ingannare i big fish era sempre il solito: Hamilton si faceva prestare proprio dalla sua malcapitata vittima 50.000$ per iniziare l’heads-up e dopo pochi mani riusciva puntualmente a saldare il debito. In un paio di ore di gioco ripuliva il bankroll degli inconsapevoli avversari, osservando le loro carte.

Secondo le pesantissime accuse del team di Wicked Chops Poker, la mente truffaldina Russ Hamilton avrebbe avuto complici all’interno dell’organigramma di Ultimate Bet che ricoprivano ruoli operativi di primaria importanza. Ma ci sarebbero anche giocatori professionisti molto noti anche al pubblico italiano, che movimentavano denaro in maniera sconsiderata. Su di loro però non ci sono prove ma solo molti sospetti. Per alcuni di essi si sospetta che non fossero consapevoli fino in fondo della truffa.

Non è un caso che proprio nella giornata di ieri, a seguito delle sconcertanti verità rivelate ed in parte ancora inedite, Paul Leggett, nuovo Chief Operating Officer di Tokwiro Enterprises, società  che detiene il marchio della poker room al centro dello scandalo, ha fatto chiarezza sulla truffa da 22 milioni di dollari ed ha ribadito di aver fatto piazza pulita all’interno dell’interno della società. Tutte le vittime sarebbero state rimborsate con un risarcimento complessivo di 23 milioni di dollari. Ma giustizia è stata fatta?

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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