Il gioco è una cosa seria, almeno secondo la Yale University, che sta per riproporre il proprio corso sulla teoria dei giochi, tenuto dal professor Ben Polak, esperto di economia.
Il corso è stato introdotto per la prima volta nel 2007, ed affronta temi molto noti anche ai giocatori di poker professionisti, come l’equilibrio di Nash, le informazioni asimmetriche o il commitment, con esempi ripresi dal campo politico ed economico, ma non solo.
Il corso si snoda in 24 lezioni da 75 minuti ciascuna, tenute due volte la settimana ed a cui è possibile partecipare gratuitamente, nonostante vi siano degli esami propedeutici da superare in precedenza.
Il fatto che un’università come quella di Yale proponga un corso relativo alla teoria dei giochi non può che far riflettere. Fondata nel 1701, la Yale University rappresenta l’eccellenza delle università private americane, con un tasso di ammissione inferiore al 10% delle domande pervenute da candidati idonei, e con borse di studio che sfiorano i 30.000 dollari annui.
E’ evidente, pertanto, che i criteri di selezione siano altrettanto rigidi per quel che concerne i corsi che vengono presentati ai propri studenti, studenti che spesso vanno a formare l’elite dirigente degli Stati Uniti.
La teoria dei giochi nasce nel 1944, come tentativo - da parte di un matematico e di un economista - di descrivere matematicamente come le persone si comportano in tutte le situazioni in cui la loro interazione comporti la vincita o spartizione di una risorsa. Le applicazioni di questa teoria sono molteplici, e spaziano dalla finanza alla sociologia, trovando una propria applicazione appunto anche nel gioco del poker.
Del resto, non sfugge come moltissimi giovani poker players di successo abbiano come background studi di carattere economico/finanziario, e di come siano stati capaci di applicare quanto appreso al poker texas hold’em più e meglio di altri.
Naturalmente, ciò non significa che il distinto professor Ben Polak nel proprio corso dismetta i panni dell’accademico per indossare quelli del dealer, ma una volta di più sottolinea quante implicazioni complesse siano sottese ad un gioco come quello del poker, che certamente può apparire come azzardo soltanto a chi non lo conosca davvero.